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Riforma del lavoro: il Jobs Act passa alla Camera. Ora si attende il sì del senato. Le novità in breve e il testo del ddl

Il disegno di legge (C. 2660-A) ora si appresta a tornare a palazzo Madama per il sì definitivo della riforma del lavoro, che dovrebbe arrivare entro il 9 dicembre


Alla fine il Jobs Act ce l'ha fatta, senza il ricorso alla fiducia, comeannunciato dal premier nei giorni scorsi. Il testo, contenente il “famigerato” cambiamento sull'art. 18,emendato rispetto a quello approvato dal Senato nei primi giorni di ottobre, haricevuto, infatti, ieri sera il vialibera da Montecitorio con 316 sì e 6 contrari.

Il disegno di legge (C. 2660-A) ora si appresta a tornare a palazzo Madama per il sì definitivo della riforma del lavoro,che dovrebbe arrivare entro il 9 dicembre.

Una riforma che, è bene ricordarlo, giunge adappena un biennio dalla precedente (v. la c.d. riforma Fornero) e che saràdelineata, nella sua forma definitiva, dai successividecreti attuativi della legge delega.

Vediamo, intanto, quali sono le novità cheverranno introdotte dal Jobs Act.

Modifiche all'articolo 18

La modifica dell'art. 18 è sicuramente la piùcontroversa dell'intero ddl. Nella versione approvata dalla Camera, siconferma, tra polemiche, scioperi e dissensi, il reintegro per i lavoratori licenziati per motivi disciplinari, ma solo per alcunefattispecie che saranno tipizzate nel successivo decreto attuativo. Invariato ilreintegro per i lavoratori licenziati per motivi discriminatori, mentre saràprevisto solo un indennizzo per ilicenziamenti economici illegittimi, crescente in baseall'anzianità e aumentato per chi rinuncia ad avviare un contenzioso con l'azienda.

Contratto a tutele crescenti

Il nuovo “contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti” verràintrodotto per tutte le nuove assunzioni, mirando a sostituire progressivamentele varie forme contrattuali (soprattutto cocopro, tempo determinato e contrattiatipici), attualmente pari ad oltre 40.

I nuovi assunti con tale forma contrattualeavranno diritto a tutele, appunto, crescenti in base all'anzianità di servizio.

Ammortizzatori sociali

Cuore della riforma è l'unificazione diAspi e mini Aspi, con l'introduzione di un nuovo ammortizzatore sociale, il Naspi: un sussidio universale didisoccupazione destinato a chiunque perde il lavoro, ivi compresi icollaboratori a progetto che sino ad oggi non hanno avuto alcun sostegno. Delineatonelle linee generali (durata pari alla metà dei mesi lavorati negli ultimi 4anni per massimo due anni; entità pari a 1.100/1.200 euro mensili decrescente;ecc.), anche i dettagli del Naspi saranno formulati nei decreti attuativi.

Demansionamento

Prevista la modifica dell'art. 13 delloStatuto dei lavoratori che tutela gli avanzamenti di carriera e laprofessionalità dei lavoratori.

Sarà piùsemplice lo spostamento dei dipendente da una mansione all'altra ed anche il c.d. “demansionamento”, nelleipotesi di ristrutturazione, riorganizzazione interna o conversione aziendale.

Maternità

L'indennitàdi maternità universale sarà estesa anche alle madri lavoratrici senzacontratto a tempo indeterminato, mediante contratti di solidarietà chepermettano di conciliare i tempi di vita e di lavoro. Previsti, inoltre, ildiritto per le lavoratrici madri con contratti parasubordinati all'assistenzaanche nelle ipotesi di mancato versamento contributivo da parte del datore dilavoro, e diverse misure di contrasto alle c.d. “dimissioni in bianco”.

Agenzia per l'occupazione

Sul modello tedesco, la nuova “agenzia nazionale per il lavoro” sarà costituitaper favorire l'incontro di domanda eofferta, al fine di sviluppare la “Garanziaper i giovani” richiesta dall'Unione Europea a tutti gli Stati membri, perassicurare, in particolare, agli under 25 (e comunque ai giovani che siaffacciano sul mercato del lavoro una volta terminati gli studi) valide offertelavorative, proseguimento negli studi, tirocini, apprendistati, ecc.

Data: 26/11/2014 13:00:00
Autore: Marina Crisafi