Nella guerra combattuta ogni giorno tra le aziende top nell'elettronica e nell'informatica, il vincitore non sempre è quello con i numeri di vendite maggiori. Almeno non se si finisce davanti ad un giudice. Questo è quel che è accaduto alla coreana Samsung contro la statunitense Apple. Da tempo l'azienda orfana di Steve Jobbs (ma che in Tim Cook, suo successore pare aver trovato un degno successore) accusava la competitor di concorrenza sleale; secondo gli esperti della Apple alcuni smartphone e tablet coreani erano stati copiati in maniera spudorata. Naturalmente la querelle non poteva risolversi a "tarallucci e vino", quindi i due colossi si sono dati appuntamento in tribunale, o meglio due appuntamenti. Il primo, in Corea del Sud, è andato a favore della Samsung, che è riuscita ad ottenere un indennizzo
dai diffamatori a stelle strisce di 25 milioni di dollari (oltre al divieto per Apple di vendere i modelli di iPad e iPhone antecedenti ad iPad3 e iPhone 4s). Tutto ciò accadeva venerdì scorso. Il secondo round, conclusosi sabato, se l'è aggiudicato la Mela; questa volta si giocava in casa, in un tribunale a San Josè presieduto dal giudice Lucy Koh. Proprio come si è abituati a vedere nei film legali americani, il risultato è dipeso da una giuria composta da nove cittadini statunitensi, casualmente scelti, è vero, ma rigidamente selezionati e testati per idoneità poi. Caso vuole che tra i nove ci fosse anche tal Velvin Hogan, ingegnere informatico esperto in tecnologia hard drive. Forse grazie alle sue conoscenze "sul campo", o forse anche grazie al potere persuasivo derivato dalle sue competenze, la Samsung è stata riconosciuta come "copiona" (design di smartphone troppo simili all'iPhone, sistema Android simile a quello di Apple e sensibilità del touchscreen troppo simile a quella di Cupertino) e costretta a sborsare 1 miliardo di dollari.
Cifra che tecnicamente può essere destinata ad aumentare se Apple decidesse di proseguire la sua caccia ai ladri, facendo causa ad altre aziende che usano Android (vedi Htc), così da colpire indirettamente i creatori stessi di questo sistema: gli ex-partner Google.

Steve Jobbs l'aveva detto: "Combatterò (...) fino al mio ultimo giorno di vita per distruggere Android perché è un prodotto rubato. Andrò alla guerra termonucleare". Cook ha cercato di esaudire il suo desiderio. E a questo punto forse Bill Gates inizierà a sperare nel successo del suo sistema operativo Windows, che potrebbe diventare l'unica alternativa disponibile ad Apple, grazie alla partnership con Nokia, che da anni è alla ricerca del prodotto giusto con cui riprendersi la sua leadership nella telefonia mobile.

Barbara LG Sordi
Email barbaralgsordi@gmail.it

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