PENSIERI DIETRO GLI OCCHIALI DA SOLE (pensieri semiseri sotto il solleone)
Ormai le vacanze non sono solo un miraggio, per molti sono già una realtà. E allora prendiamoci anche una vacanza da tutti i problemi legati al quotidiano nostro e del nostro malconcio Paese. E magari facciamolo in un modo assolutamente frivolo e superficiale: guardando chi ci circonda. Osservare è un passatempo utile e dilettevole. Utile perché ci insegna a cogliere differenze, sfumature, assimilare, collegare; dilettevole, perché ci intrattiene e svaga. Ahimè alcune volte questo studio antropologico ci porta a constatare che esistono molte tristezze e brutture, non necessariamente causate da ingiustizie sociali o economiche, bensì da qualcosa di molto più temibile, dalla chirurgia plastica. In estate pare che le creature (donne e anche uomini ormai) si moltiplichino a vista d'occhio: forse perché aumentano i turisti, forse perché in molti si lasciano tentare da qualche "riparazioncina" pre-vacanza.

Per carità nessun moralismo, a tutte/i fa piacere piacere, e in tal caso ben vengano i ritocchini ben fatti e naturali se ce li si può permettere (e non si ha il terrore di aghi e ferri e punti di sutura e spesso tanto tanto dolo). Altro discorso sono invece gli eccessi di plastica, clonati e simil-zombie, che spesso ci fanno inorridire e sorridere. E qui trattasi di bel dramma, umano e professionale. Come è mai possibile che donne e uomini possano anche solo lontanamente sembrare dei freaks? E come è mai possibile che un essere umano che dedica una decina di anni della propria vita a studiare come curare e aggiustare il corpo umano, possa impazzire e sognare di creare caricature viventi? Quale è il limite oltre al quale un medico non dovrebbe mai spingersi? Bei dilemmi per la morale, che non risolvono però lo status facciale o dei davanzali di molte donne, che forse senza silicone e filler e protesi sarebbero più belle. Per fortuna ogni tanto la giurisdizione interviene per mettere in riga queste fila di pazzi, vietando ad esempio alle minorenni di accedere agli interventi di mastoplastica additiva (insomma per aumentare la taglia del reggiseno).

Ma compiuta la maggiore età? Forse sarebbe il caso di introdurre un secondo giuramento, dopo quello di Ippocrate, che so quello di Leonardo (tanto per rifarsi a canoni estetici più realistici) per i neo-specializzati in Chirurgia estetica: "giuro di non modificare i connotati di un paziente oltre il 10% dell'aspetto originario, ad eccezione naturalmente per chi affetto da malformazioni, menomazioni o vittima di gravi incidenti". E forse potrebbe essere utile alzare l'età minima per molti altri interventi; che so, niente lifting prima dei 55-60 anni o niente blefaroplastica (a meno che le palpebre ci caschino giù tanto da non farci vedere più nulla e assomigliare ad un bell'esemplare di bull-dog) prima dei 50. Lo stesso discorso del seno andrebbe fatto per tutti gli altri tipi di interventi, ormai quasi banali e alla regola l giorno: naso e orecchie. Anche il naso è comunque un intervento drastico e traumatico, se non ci sono gravi problemi di respirazione è meglio aspettare. Perché comunque la cartilagine non é formata completamente sino ai 18-20 anni e spesso un intervento in giovane età finisce con il trasformarsi in scempio in età matura (avete presente quei bei nasini con punta prolassata? E lì non c'é mago che tenga, ce lo si tiene fino alla fine dei nostri giorni).

Io una piccola soluzione alla rincorsa della bellezza perfetta, che è quasi sempre illusoria (perché un conto se parti da Angelina Jolie, ben altro invece se somigli alla figlia di Fantozzi), ce l'avrei. Basterebbe mostrare anche i rovesci delle medaglie, come mi è capitato di vedere in Gran Betagna, dove la Bbc sovente trasmette documentari con vittime di interventi mal riusciti. E tutto in prima serata. Lo shock di vedere infezioni sino alla necrosi su seni operati o buchi come palloni da basket al posto di pance lipoaspirate, vi assicuro che è un buon deterrente agli interventi superflui. Bisognerebbe obbligare i medici a mostrarli prima di procedere ad un intervento estetico, così come anche la nostra televisione di Stato, che potrebbe finalmente fare qualcosa di socialmente utile.

Altro grave problema che comporta gran parte della chirurgia estetica contemporanea è la creazione di cloni, esseri troppo simili tra loro. Anche qui alcune domande mi sorgono spontanee. Vuole essere un modo per firmare (o taggare per fare i cool) le proprie clienti oppure esistono i manuali con modelli standard, che so, la faccia di Tza Tza Gabor quando aveva 25 anni (giuro che molte assomigliano proprio a lei!)? E i partner che ne pensano? E la prole non prova timore (se piccola), vergogna (se adolescente) o pena (se adulta)? Ci vuole una forte dose di egoismo, che compensa la bassa autostima, per arrivare a cambiarsi i connotati completamente.

Addentrarsi nel capire i meccanismi alla base di ciò è roba da strizzacervelli, noi divertiamoci di più a pensare a che fine fanno tutti i reggiseni ormai in disuso, oppure le costose creme antirughe; e se le notizie sulle protesi scoppiate in volo siano vere o leggende metropolitane (subdolamente insinuando che le affermazioni passate della procace Carmen Di Pietro siano un tentativo cheap di farsi pubblicità).

Io mi diverto anche così. E voi cosa ne pensate?
Barbara LG Sordi
Email barbaralgsordi@gmail.it

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