L'art. 407 c.p. sanziona la condotta di chi violi una tomba, un sepolcro o un'urna, in modo illegittimo, con il carcere fino a 5 anni

Il testo dell'art. 407 c.p.

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Chiunque viola una tomba, un sepolcro o un'urna è punito con la reclusione da uno a cinque anni.

Bene giuridico tutelato dall'art. 407 c.p. e procedibilità

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L'art. 407 c.p. è un reato comune, né proprio né qualificato, dacché può essere commesso da chiunque. Bene giuridico ritenuto meritevole di tutela è, ovviamente, il sentimento religioso e la pietà dei defunti.

Il delitto è procedibile ex officio e, ritenuto che si tratta di un reato di evento, il tentativo ex art. 56 c.p. potrebbe ritenersi astrattamente configurabile.

La condotta sanzionata dall'art. 407 c.p.

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La norma in esame sanziona tutti quei comportamenti diretti a danneggiare, violare, deturpare sepolcri, urne o tombe che contengano resti umani (sia a tutela della pietà dei defunti che della salute pubblica). Rientrano nell'alveo dell'operatività della norma quei comportamenti atti a disseppellire un cadavere, a distruggere una lastra o una lapide, danneggiare un'urna, ma sempre a condizione che questa contenga resti umani (infatti il danneggiamento, ad esempio, di un cenotafio o di altra opera funebre votiva o simbolica, non configura l'ipotesi delittuosa de qua). Secondo la giurisprudenza non assume rilievo che il sepolcro si trovi in un cimitero ovvero in un luogo sacro, dal momento che potrebbe ritenersi sussistente la fattispecie de qua a prescindere dalla situazione in cui si trova il luogo violato (Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 34145 del 11 agosto 2003). Inoltre è bene precisare che la condotta costituisce ipotesi di reato solo ove essa sia illegittima, escludendosi la rilevanza penale di tutte quelle azioni avviate per ordine dell'autorità o per esigenze di salute pubblica.

La pena

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La pena prevista per la condotta di cui all'art. 407 c.p. è della reclusione da uno a cinque anni.

Elemento soggettivo

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Elemento soggettivo indefettibile ai fini della configurabilità del delitto in esame è il dolo generico, ovvero la premeditazione coscienziosa di commettere il fatto.

Daniele PaolantiDaniele Paolanti - profilo e articoli
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Vincitore del concorso di ammissione al Dottorato di Ricerca svolge attività di assistenza alla didattica.

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