Negli atti giudiziari ma anche in testi scolastici o in articoli giornalistici troviamo spesso la parola omissis, abbreviazione latina che vuol dire omesso

Il significato di omissis

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Spesso negli atti giudiziari, ma anche su articoli giornalistici o in testi scolastici ci si imbatte in termini tecnici o abbreviazioni di non immediata comprensione. Tra quelli più comuni c'è la dicitura "omissis", a sua volta abbreviazione latina dell'espressione "ceteris omissis" che significa "omesso", o letteralmente "tralasciate le altre cose".

Utilizzato singolarmente come "omissis", il termine si ritrova facilmente negli atti notarili, nelle sentenze e comunque in documenti ufficiali che contengono informazioni varie e/o dati sensibili che non devono essere resi noti a un pubblico indeterminato.

L'uso di omissis nel diritto

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La parola omissis è molto utilizzata nel mondo del diritto dove, in linea di massima, significa che nel testo di un dato documento legale o testo normativo, sono state cancellate (omesse) alcune parole/termini/frasi non indispensabili alla comprensibilità e completezza dello stesso.

Si pensi, ad esempio, ai nomi o ai dati sensibili oscurati in una sentenza per ragioni di privacy, o a una serie di articoli in testi normativi cancellati e sostituiti dalla parola omissis per ragioni di brevità, o, ancora ad un atto giudiziario, in cui vengono oscurate parti coperte da segreto istruttorio.

Gli altri usi di omissis

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Il termine, ad ogni modo è ormai entrato nell'uso quotidiano anche non burocratico. Omissis è utilizzato altresì nella prosa e nella poesia (seguito da tre puntini sospensivi) per indicare un artificio retorico che fa riferimento all'attesa per qualcosa di ignoto.

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