Quando un giudice deve ascoltare bambini che sono state vittime di abusi sessuali deve assolutamente evitare metodologie poco corrette. I piccoli infatti, spiega la Corte di Cassazione, sono soggetti facilmente suggestionabili e tendono "ad adeguarsi alle aspettative dell'interlocutore e a riferire quello che l'adulto si aspetta". Per questo sottolinea la Corte i giudici debbono rivolgere ai bambini domande non suggestive perché diversamente si rischia che il piccolo risulti manipolato dall'adulto e riferisca solo ciò che l'adulto si aspetta di sentire. Il chiarimento arriva dalla quarta sezione penale della Suprema Corte secondo cui "i bambini piccoli hanno una memoria malleabile e possono incorporare nel loro patrimonio mnestico le informazioni ricevute dagli intervistatori fino a crearsi falsi ricordi autobiografici". La sentenza è l'epilogo di una vicenda giudiziaria che aveva coinvolto un padre indagato per abusi nei confronti della figlia che, all'epoca dei fatti, aveva quattro anni.
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