Nuovo giro di vite della Cassazione contro le promozioni facili date in cambio di "regali". I giudici da suprema corte hanno infatti confermato una condanna per corruzione inflitta al presidente della commissione di esame di Stato che aveva favorito il superamento degli esami a diversi privatisti per far loro conseguire il diploma di maturità ed ottenere in cambio un soggiorno gratis in Tunisia. La decisione è della sesta sezione penale della corte (sentenza n.36251/2011) che è stata chiamata ad analizzare una vicenda di più vasto raggio (dato il coinvolgimento di diversi istituti di preparazione agli esami scolastici). Diverse persone erano state infatti fatte accusate di aver "partecipato ad una associazione criminale, attiva soprattutto sul territorio siciliano ma con diramazioni anche nel Nord, finalizzata alla commissione di svariati delitti di falso, truffa
e corruzione". Il caso in oggetto riguarda l'accusa di un commissario d'esame di aver compiuto atti contrari ai doveri d'ufficio in cambio di un soggiorno di una settimana a Monastir, in Tunisia, insieme alla famiglia. Un piccolo favore dunque corrisposto dai gestori di un centro studi che volevano favorire i propri candidati esterni. Inizialmente prosciolto dal gup, il commissario d'esame era stato condannato, dalla Corte d'appello di Palermo, a un anno di reclusione. Il caso finiva in Cassazione dove i supremi giudici respingevano il ricorso evidenziando che la corte territoriale aveva deciso "senza incoerenze" e verificato la "sussistenza del contestato reato di corruzione propria, essendo indubbio che l'imputato abbia accettato il compenso di un esoso viaggio estivo in Tunisia, al fine di usare i propri poteri d'ufficio della commissione di esami contrario ai doveri di ufficio, sostanzialmente omettendo di effettuare le necessarie verifiche dei requisiti di ammissibilita' agli esami di Stato dei candidati, in tal modo asservendo la sua funzione ad interessi privati".

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