Nuova rottamazione quinquies per le cartelle esattoriali Floriana Baldino - 04/11/25  |  La Cassazione sulle infezioni nosocomiali Rita Milano - 10/10/25  |  RSA e rette di ricovero: la Corte d'Appello di Milano conferma che paga il SSN Claudia Moretti - 25/09/25  |  La scienza smascherata United Lawyers for Freedom - ALI Avvocati Liberi - 21/06/23  |  Compiti a casa: i docenti devono usare il registro elettronico  Redazione - 12/04/23  |  

Dazi: L'obiettivo è distruggere l'euro?

Un nuovo articolo di Stefano Sylos Labini sulla politica daziaria di Trump



Torna sulle colonne di Law In Action Stefano Sylos Labini che ci conduce nei meandri delle strategie tariffarie dell'amministrazione Trump. Buona lettura!

L'obiettivo dei dazi è la distruzione dell'euro?

Stefano Sylos Labini
Donald Trump ha annunciato dazi al 30% sulle merci europee dal 1° agosto 2025 tirando il classico calcio al vespaio europeo. Trump ha affermato che "Gli Stati Uniti sono stati derubati da amici e nemici, nel commercio e nell'esercito, per decenni" rilanciando la promessa di "fare ciò che è giusto per l'America".
Ursula von der Leyen ha lanciato un invito a trattare ancora ma non senza iniziare a preparare una controrisposta per colpire il made in Usa fino a 72 miliardi di euro se queste trattative non dovessero andare a buon fine. Gli Stati membri hanno confermato il pieno sostegno alla presidente von der Leyen ma c'è chi chiede una risposta forte dell'Europa e chi punterebbe su trattative bilaterali con gli Stati Uniti.
Giorgia Meloni vuole evitare lo scontro frontale con l'amministrazione Trump e ha dichiarato che "una guerra commerciale interna all'Occidente ci renderebbe tutti più deboli di fronte alle sfide globali che insieme affrontiamo. L'Europa ha la forza economica e finanziaria per far valere le proprie ragioni e ottenere un accordo equo e di buon senso".
Nel nostro Paese l'iniziativa di Trump ha messo in moto una serie di reazioni scomposte: la Lega ha puntato il dito contro Ursula von der Layen e la burocrazia europea, Giorgia Meloni contro Macron che auspica una risposta forte, la Schlein contro Giorgia Meloni che sarebbe troppo accondiscendente con Trump.

A questo punto si impone la domanda: e se il vero obiettivo di Trump fosse la distruzione dell'euro e il ritorno alle valute nazionali" La Germania che ha beneficiato di un euro debole rispetto al marco sarebbe la prima a farne le spese. In più verrebbe spazzato via un competitore del dollaro che attrae capitali sottraendoli all'economia e alla finanza americana.
Si tratta di un'opzione quasi naturale considerando le divisioni e l'incapacità dell'Europa a muoversi in modo unitario. Tra Russia e Cina, l'Europa è l'anello debole e normalmente si preferisce attaccare il più debole. Così Trump mette i dazi dando una bella mazzata alle esportazioni europee, ci fa comprare le armi americane per l'Ucraina e ci vende il gas liquefatto che costa molto di più.
Una politica alternativa consiste nel rilanciare la domanda interna, nessun acquisto di armi e di gas liquefatto americano, nuovi rapporti con la Russia per far finire la guerra in Ucraina e ripresa degli acquisti di gas e petrolio russo a basso costo.
Per rilanciare la domanda interna serve la Moneta Fiscale: lo strumento dei crediti fiscali trasferibili consente allo Stato di finanziare l'economia senza anticipare euro e cioè senza chiedere soldi in prestito sui mercati. In questo modo possiamo recuperare autonomia e flessibilità nella politica economica per sostenere la crescita dell'economia, unica possibilità per ridurre il rapporto debito/Pil che condiziona la nostra politica economica da trenta anni a questa parte.
Il piano di riarmo su cui stanno puntando i paesi europei ci costringerà a ridurre le spese sociali e farà aumentare il debito pubblico: si tratta di uno scenario preoccupante che spingerà l'economia europea in recessione e farà accelerare il processo di deindustrializzazione iniziato con la guerra in Ucraina.
Stiamo andando nella direzione sbagliata: la campagna di demonizzazione della Russia per giustificare l'aumento delle spese in armamenti è priva di senso. Putin non ha nessuna intenzione di invadere l'Europa, la Russia è un nostro vicino di casa e dobbiamo mantenere buoni rapporti puntando sulla diplomazia e la politica e ricostruendo solidi rapporti commerciali a partire dalla ripresa degli acquisti di gas e petrolio.
L'Europa è debole sul piano energetico: dopo tre anni dallo scoppio della guerra in Ucraina ancora non è stata azzerata la dipendenza dal gas russo che continua a coprire il 20% dei consumi dell'Unione europea. In più, paesi come l'Algeria che hanno aumentato le esportazioni di gas verso l'Italia e l'Europa hanno stretti rapporti politici e commerciali con la Russia, mentre la Turchia potrebbe diventare un nuovo canale di passaggio del gas russo.
Per far finire la guerra il prima possibile bisognerà fare grosse concessioni a Putin, l'alternativa è la totale distruzione dell'Ucraina e la deindustrializzazione dell'economia europea.
Data: 16/07/2025 06:00:00
Autore: Law In Action - di P. Storani