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Risarcimento danni: la compressione del diritto di proprietà

La Cassazione sull'immissione di polveri minerali e la compressione del diritto di proprietà in tema di riconoscimento del risarcimento del danno extracontrattuale


Danno da compressione del diritto dominicale

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L'Ilva s.p.a. veniva condannata dalla Corte d'Appello al risarcimento dei danni subiti dai proprietari di alcuni immobili, a causa della continua immissione di polveri minerali, da parte dell'azienda. Una "compressione del diritto di proprietà", inteso come "diritto a godere in modo pieno ed esclusivo di un bene".
Su ricorso dell'impresa, la Corte di Cassazione Civile, con sentenza n. 18810/2021 ha argomentato sul tema ed in particolare sull'esistenza di un danno da compressione del diritto dominicale, derivante dalla ridotta possibilità di godimento degli immobili, proprio a causa della limitazione delle possibilità di arieggiamento degli appartamenti, stante il penetrare in essi di polveri. Cosi come riconosciuto dalla Corte d'Appello e dal primo giudice.

Il risarcimento del danno extracontrattuale

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In tema di riconoscimento del risarcimento del danno extracontrattuale, ex art.2043 c.c., a prescindere dalla sussistenza di un danno patrimoniale (materiale e/o da deprezzamento commerciale) o non patrimoniale (alla salute e/o morale e/o esistenziale), la S.C. ha osservato come il pregiudizio di carattere patrimoniale é rappresentato per l'appunto dalla parziale ma significativa perdita (danno emergente) di facoltà di godimento dell'immobile, ossia di uno dei contenuti tipici del diritto dominicale. Nessuna esclusione, pertanto, che un tale pregiudizio possa determinarsi ed essere apprezzato a fini risarcitori quale conseguenza di immissioni intollerabili.
"Il sistema di responsabilità civile — giova rammentare — è fondato sulla distinzione, ex artt. 1223 e 2056 cod. civ., tra fatto illecito, contrattuale o extracontrattuale, produttivo del danno e il danno stesso, da identificare nelle conseguenze pregiudizievoli di quel fatto, nella loro duplice possibile fenomenologia di «danno emergente» (danno «interno», che incide sul patrimonio già esistente del soggetto) e di «lucro cessante» (che, di quel patrimonio, è proiezione dinamica ed esterna), come tale apprezzabile sia in ambito patrimoniale che non patrimoniale (v. Cass. 17/01/2018, n. 901, in motivazione, pag. 27): perdita-danno emergente-sofferenza interiore, da un lato, e, dall'altro, mancato guadagno-lucro cessante-danno alla persona nei suoi aspetti esteriori/relazionali (...) In ambito di responsabilità aquiliana ciò è definitivamente chiarito dalle note sentenze di Cass. Sez. U 11/11/2008, nn. 26972-5, (...) il sistema fornisce una struttura dell'illecito «articolata negli elementi costituiti dalla condotta, dal nesso causale tra questa e l'evento dannoso, e dal danno che da quello consegue (danno- conseguenza)», essendo l'evento dannoso rappresentato dalla «lesione dell'interesse protetto». Pertanto, quel che rileva ai fini risarcitori è il danno-conseguenza, «che deve essere allegato e provato".

La limitazione della facoltà di godimento dell'immobile

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Data: 10/07/2021 15:00:00
Autore: Roberto Paternic�