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Al via il tetto sulle pensioni “d'oro”. Chi ha percepito di più dovrà restituire i soldi. In allegato la circolare dell'Inps

di Marina Crisafi - Emanata la circolare dell'Inps che dà attuazione al tetto sulle pensioni d'oro previsto dalla legge di Stabilità


di Marina Crisafi - Parte ufficialmente il tetto sulle pensioni d'oro introdotto dalla legge di stabilità a partire dall'1 gennaio di quest'anno. Arendere operativa la norma (di cui ai commi 707-709 della l. n. 190/2014) cheprevede che l'importo complessivo del trattamento pensionistico “non può eccedere quello che sarebbe stato liquidato conl'applicazione delle regole di calcolo vigenti prima della data di entrata invigore del decreto legge n. 201/2011”, è la circolare n. 74/2015 emanata venerdì scorso dall'Inps.

La legge del 2011, la nota riforma Fornero ha estesoil sistema contributivo anche a coloro che al 31.12.1995 avevano maturatoalmeno 18 anni di contributi e che, sino ad allora, vedevano calcolata la propriapensione in base alle regole del vecchio sistema retributivo. Ciò ha consentitoche i lavoratori rimasti in servizio anche dopo aver raggiunto l'etàpensionabile abbiano potuto cumulare fino al 2011 i benefici del retributivo coni contributi maturati tra l'inizio del 2012 e la data dell'effettivopensionamento (sistema misto).

Il risultato è stato pensioni ben più corpose (“d'oro” appunto) rispetto a quelle chesarebbero state calcolate in base alle regole precedenti, ma soprattutto per ipercettori di stipendi e anzianità contributive alti (ovvero, in primis, magistrati, professori universitari, medici,funzionari, ecc.).

Per questo la legge di stabilità ha inserito il “tetto”che comporta il ricalcolo del trattamento pensionistico nel sistema misto inmodo da non superare l'importo massimo complessivo previsto.

Ora, a 4 mesi dall'entrata in vigore della manovra, l'Inpsha emanato la circolare che traduce in pratica le norme, prevedendo il “doppio calcolo”, con le modalità nellastessa descritte, ovvero confrontando l'importo delle pensioni risultante dalconfronto tra i due sistemi di calcolo pensionistico e mettendo in pagamento quello più basso.

Operazione che, secondo le stime, dovrebbe avere uneffetto comunque contenuto sulla maggior parte dei pensionati, andando a colpire soprattutto gli assegni più “pesanti”:così, ad esempio, su una media di 50mila euro annui percepita da un docenteuniversitario in pensione dal 2014 con 40 anni e 8 mesi di contributi, ladecurtazione dovrebbe aggirarsi sui 500 euro, mentre su una pensione di 88milaannui goduta da un magistrato a riposo da fine 2014 con un'anzianitàcontributiva di 42 anni e 10 mesi, potrebbe arrivare a duemila euro circa(leggi l'articolo sul Fatto Quotidiano).

Ma non solo. L'Inps, come stabilito nella circolare,procederà “al recupero delle sommeindebitamente corrisposte” a decorrere dall'1 gennaio 2015 (“indebitamente”, si intende, per via delritardo con cui l'ente diretto da Tito Boeri ha emanato la circolare operativa).

In ogni caso, i risparmicosì ottenuti, si legge, infine nella circolare, “affluiranno in un apposito fondo,istituito presso l'INPS, finalizzato a garantire l'adeguatezza delleprestazioni pensionistiche in favore di particolari categorie di soggetti, individuate con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto conil Ministro dell'economia e delle finanze”.

Data: 13/04/2015 11:00:00
Autore: Marina Crisafi