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Cgil: 46 forme contrattuali per entrare nel mondo del lavoro. Potrebbero ridursi a 5.



Sono 46 le modalità contrattuali che permettono l'accesso al mondo del lavoro. A ricordarlo è uno studio della Cgil che, attraverso il dipartimento del Mercato del Lavoro, illustra puntigliosamente tutte le diverse tipologie contrattuali presenti nel nostro ordinamento. Lo studio, come sottolineato dal più grande sindacato italiano dimostra che “il sistema sia caratterizzato da un'eccessiva flessibilità” che non ha eguali in altri ordinamenti. Le “diverse” 46 vie per entrare nel mondo del lavoro, secondo la Cgil, potrebbero ridursi a 5. “Su cento assunzioni – ha dichiarato Claudio Treves, responsabile del dipartimento Mercato del lavoro di corso d'Italia e curatore dello studio - soltanto 18 sono a tempo indeterminato. Di queste quasi 50 tipologie contrattuali, 26 sono per i rapporti di lavoro subordinato, 4 per i parasubordinati, 5 per i rapporti di lavoro autonomo e 11 per i rapporti speciali ma soprattutto come ha tenuto a sottolineare Treves, ci sono due forme “fonte di precarietà strutturale” come il lavoro a chiamata, in tutte le sue declinazioni, e lo staff leasing, ovvero la somministrazione a tempo indeterminato. “Ce ne sarebbe anche una terza” ha precisato Treves, ma “la formula job sharing è solo una materia per gli studiosi che per le persone in carne ed ossa”. Ribadendo la necessità di ridurre le tipologie contrattuali per portarle a cinque (il lavoro a tempo indeterminato, l'apprendistato, il contratto di inserimento (o di re-inserimento), un tipo di rapporto a termine e il part time) la Cgil attraverso le parole di Treves afferma che “il lavoro a tempo indeterminato deve continuare ad essere la forma comune dei rapporti di lavoro; l'apprendistato deve essere lo strumento principe di ingresso per i giovani nel mondo del lavoro; il contratto di inserimento, che noi vorremmo declinare in contratto di reinserimento, che deve servire per includere nel mercato del lavoro chi ne è stato escluso; un contratto a termine per le fluttuazioni dell'organizzazione del lavoro; il part time per le cose dette”. Data: 06/01/2012 09:30:00
Autore: Luisa Foti