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CARCERE - Non dimentichiamoci di Abele



LUCA TAGLIETTI è il protagonista del POSTA e RISPOSTA n°118; il nostro affezionato lettore alle h.14:27 del 15 set '11 così ci scrive in relazione al P&R pubblicato il 9 set '11: "Che le carceri siano luoghi scomodi, mi pare debba essere pure doveroso, se non altro per far riflettere che rischia di finirci dentro con comportamenti contrari al diritto penale. Osservo che se la popolazione carceraria italiana fosse di 20.000 unità, e non di oltre 60.000 persone, probabilmente starebbero più larghi. Forse a qualcuno sfugge che in Italia si finisce in carcere raramente, e in pochissimi casi si resta dentro a scontare la pena. Osservo che chi ha scritto la lettera 107 ha precisato di essere innocente, pur stando agli arresti domiciliari. Un paradosso tutto italiano? Siamo tutti innocenti! Allora chiudiamo le carceri! Visto che ci sono, se i detenuti vogliono avere migliori condizioni di vita in carcere, se le paghino con il lavoro. Meno male che non esistono più i lavori forzati! Insomma, tutti pensano a Caino, radicali in testa, ma chi pensa ad Abele ed ai suoi familiari? Distinti saluti". - Il dibattito sulla situazione CARCERARIA italiana continua sul nostro form. Data: 21/09/2011 11:00:00
Autore: Avv. Paolo M. Storani