Carlo Ruta, blogger siciliano accusato di alcuni interventi diffamatori sul proprio blog Accade in Sicilia, è stato assolto dopo 8 anni di battaglie legali. Lo ha stabilito la Suprema Corte di Cassazione, dopo che il blogger era stato condannato sia in primo grado che in appello: sarebbe infondato, infatti, il reato di stampa clandestina configurato dal procuratore di Ragusa per muovere l'accusa. I giudici hanno motivato la decisione dichiarando che i blog non sono un prodotto editoriale e come tali non possono neppure essere considerati stampa clandestina ai sensi della legge 47 del 1948. Non sussisterebbero, infatti, entrambi i requisiti necessari esposti nell'articolo 1 della suddetta legge affinchè si possa parlare di ‘stampa' a tutti gli effetti: la riproduzione tipografica e la conseguente pubblicazione di materiale. Per un blog, ovviamente, viene a mancare la prima delle condizioni.

La Corte ha inoltre aggiunto che le testate online debbono essere registrate soltanto "per ragioni amministrative ed esclusivamente ai fini della possibilità di usufruire delle provvidenze economiche previste per l'editoria", o qualora gli incassi superino i 100.000 euro l'anno, secondo le modifiche alla legge n. 62 del 7 marzo 2001.

"Questa sentenza, motivata con chiarezza ed essenzialità, è un fatto di portata straordinaria. Abbiamo ottenuto un risultato enorme per la libertà d'informazione, che è un cardine della democrazia. Ora siamo più liberi e internet è riconosciuto come strumento fondamentale per un esercizio maturo dei diritti d'informazione e di espressione", ha dichiarato con soddisfazione Giuseppe Arnone, avvocato difensore di Ruta.

Il testo integrale della sentenza può essere scaricato in formato .doc dal sito www.lsdi.it alla pagina http://www.lsdi.it/2012/l-informazione-online-non-e-soggetta-alla-legge-sulla-stampa/ruta-motivazione-cassazione/ ( Il link diretto al documento è qui)

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