L'ostracismo è un'istituzione giuridica tipica dell'antica Grecia, che comportava l'esilio di coloro che erano considerati un pericolo per la città di Atene

Ostracismo, definizione

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L'ostracismo può essere definito come un provvedimento giuridico dell'antichità, che colpiva tutti coloro che venivano considerati pericolosi con l'esilio dalla città per dieci anni.

Lo stesso era deliberato come una votazione, fatta scrivendo il nome dell'individuo da ostracizzare su dei cocci di terracotta (da qui il nome dell'istituto, che deriva dal temine greco ostrakon, che significa "vaso di terracotta").

Significato

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L'ostracismo aveva un rilevante significato politico, in quanto la sua applicazione non derivava necessariamente da una condanna per il compimento di un fatto illecito. Si pensi ad Aristide, ostracizzato solo perché aveva una fama e una reputazione talmente positive da renderlo un potenziale tiranno, al di là di quelle che fossero le sue intenzioni.

Essere ostracizzati, quindi, non significava di per sé essere infamati o lesi nel proprio onore.

Come si svolgeva l'ostracismo

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L'ostracismo era deliberato all'esito di una votazione alla quale dovevano partecipare almeno 6mila cittadini ateniesi. A seconda delle circostanze, era richiesta la maggioranza semplice o la maggioranza relativa.

Raggiunto il numero di voti necessari per ostracizzare, il cittadino colpito veniva esiliato per dieci anni e doveva allontanarsi dall'Attica, pena la morte. Ai familiari dell'ostracizzato, invece, era consentito continuare a vivere ad Atene o frequentarla.

Ostracismo Temistocle

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Uno dei più noti casi di ostracismo fu quello di Temistocle, disposto nel 471 a.C.

Altri personaggi famosi dell'antichità furono ostracizzati, tra i quali possiamo citare, ad esempio, Santippo, Cimone e, come detto sopra, Aristide.

Ostracismo oggi

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Oggi, l'ostracismo non corrisponde ad alcuna pratica o istituto giuridico, ma continua ad assumere valenza in ambito psicologico e sociologico.

Tale termine, infatti, nei predetti contesti viene utilizzato per riferirsi all'esclusione di uno o più soggetti dalla società, da una comunità o da un certo gruppo sociale.

Valeria Zeppilli

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