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Cassazione: anche nei Night Club ci può essere reato di sfruttamento della prostituzione

Anche i titolari dei Night Club o di circoli in cui lavorano ballerine e spogliarelliste, possono finire sotto processo per sfruttamento di prostituzione. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione affermando che il reato sussiste anche se le prestazioni sessuali sono eseguite a distanza, in videoconferenza. Nonimporta infatti se "prostituta e cliente sono in luoghi diversi".Secondo la Terza sezione penale questogenere di prestazioni "eseguite in modo da consentire al fruitoredelle stesse di interagire in via diretta e immediata con chi eseguele prestazioni, con la possibilita' di richiedere il compimenti diatti sessuali determinati, assume il valore di atto di prostituzione econfigura il reato di sfruttamento della prostituzione a carico dicoloro che abbiano reclutato gli esecutori delle prestazioni o neabbiano consentito lo svolgimento creando i necessari collegamenti viainternet e ne abbiano tratto guadagno".Secondo i supremi Giudici (sentenza 37188/2010) è irrilevante il fatto che"chi si prostituisce ed il fruitore della prestazione si trovino inluoghi diversi". E' chiari infatti che la videoconferenza consente una interazione tra cliente e prostituta tanto che il primo può ordinare e ottenere prestazioni sessuali a pagamento. Data: 24/10/2010 09:00:00
Autore: Roberto Cataldi