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Compensi forensi: la Cassazione fissa il limite dei minimi inderogabili

La Cassazione chiarisce che i compensi non possono essere liquidati sotto i minimi delle Tabelle Forensi e che la fase istruttoria rientra nel compenso unitario


Il quadro generale sulla liquidazione dei compensi

Con l'ordinanza n. 29925/2025, la Corte di cassazione ha definito principi rilevanti in materia di compensi forensi, precisando che, in mancanza di accordo tra professionista e cliente, il giudice deve attenersi ai minimi previsti dalle Tabelle Forensi. Tali minimi assumono carattere vincolante e non possono essere oggetto di riduzione.

La Corte ha inoltre chiarito che il compenso relativo alla fase istruttoria è incluso nel compenso unitario previsto per il giudizio, anche quando non vi siano prove orali, consulenze tecniche o attività istruttorie ulteriori. Rientrano infatti nella fase anche le istanze probatorie, le memorie e ogni attività difensiva prevista dalla normativa.

La vicenda esaminata dalla Cassazione

La controversia riguardava una ricorrente che, dopo una lunga lite con un ente pubblico, non aveva ottenuto il riconoscimento dei compensi maturati dal proprio avvocato per la fase istruttoria. Il tribunale aveva dichiarato cessata la materia del contendere liquidando solo un importo marginale, confermato dalla corte di appello. La parte aveva quindi proposto ricorso dinanzi alla Corte di cassazione.

La questione ruotava attorno all'interpretazione delle tabelle di liquidazione e all'applicabilità di riduzioni percentuali, con margini di incertezza che avevano generato decisioni non uniformi.

Il principio di diritto affermato

La Corte ha stabilito che:

Questa impostazione riduce la discrezionalità nella liquidazione, assicura maggiore uniformità applicativa e contribuisce alla tutela del decoro professionale.

Data: 04/12/2025 08:00:00
Autore: Redazione