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Porto d'armi: cos'è il principio di coerenza dell'agire amministrativo

Criteri in base ai quali il privato cittadino può vedere tutelato il proprio affidamento sulle richieste di rilascio o di rinnovo della licenza di porto d'armi


Avv. Francesco Pandolfi - Per fare chiarezza sul significato del principio di coerenza dell'agire amministrativo in materia di armi e, al contempo, sul significato del criterio del legittimo affidamento di fatto del cittadino che chiede il rinnovo della licenza, ad esempio di porto di fucile ad uso caccia, bisogna fare una premessa.

Principio di coerenza dell'agire amministrativo

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Le norme e le sentenze ci dicono che non è configurabile una posizione di diritto soggettivo assoluto in relazione alla conservazione del permesso di detenzione e porto di armi, in deroga al generale divieto di cui all'art. 699 c.p. e art. 4 comma 1 Legge n. 110/70.
Il Ministero dell'Interno gode, pertanto, di ampia discrezionalità nel formulare il suo giudizio eventuale di non affidabilità del soggetto richiedente o già titolare della licenza di porto d'armi, infatti è in grado per Legge di dare valore, ai fini del diniego o della revoca, anche a situazioni non penalmente rilevanti ma lo stesso indicative di una condotta non specchiata.
L'esigenza di tutela dell'Ordine pubblico, infatti, impone all'Autorità di attivarsi proprio per prevenire la commissione di illeciti.
Il tutto, però, pur sempre sulla base di elementi seri ed oggettivi.

La coerenza amministrativa in pratica

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Detto questo, vediamo allora come si può applicare, nel caso concreto, il principio di coerenza dell'agire amministrativo e, soprattutto, perchè può essere utile a chi intende avviare un ricorso per l'annullamento di un diniego di rinnovo della licenza.
Abbiamo detto sopra del principio di coerenza in astratto.
Tutto ciò che è stato detto vale, ovviamente, sulla base di elementi oggettivi: in sostanza l'amministrazione, quando decide di dire no sulle istanze di rilascio e di rinnovo deve spiegare il perchè di questa negazione, specie quando in precedenza ci sono stati già i rinnovi del titolo in presenza magari di reati passati e, nonostante questi reati e denunce, si è deciso ugualmente di concedere in quel momento la licenza.
Ebbene: il principio di coerenza in pratica esige, appunto, che tanto la Questura quanto la Prefettura, nel loro agire e nelle loro decisioni rispettino proprio la logica e la coerenza.

Diniego con motivazione dettagliata

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Logica e coerenza significa, in ultima analisi, che la concessione e l'avvenuto rinnovo della licenza valgono ad ingenerare nel privato una legittima aspettativa di fatto in sede di successivo rinnovo, soprattutto quando non siano sopravvenuti elementi nuovi ed ulteriori rispetto a quelli già noti all'Amministrazione, ad esempio altri reati rispetto a quelli vecchi ormai definiti e già valutati dall'Autorità.
Ecco, in questi casi, se l'articolazione ministeriale dovesse decidere per il no sulla licenza, i suoi motivi dovranno essere molto dettagliati, in quanto dovrà spiegare il cambiamento di valutazione avvenuto.
Se non dovesse arrivare a queste meticolose spiegazioni, ecco allora che la strada del ricorso amministrativo sarà aperta e si potrà criticare l'operato dell'Autorità per la sua irragionevolezza e contraddittorietà.
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Data: 30/04/2020 15:30:00
Autore: Francesco Pandolfi