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Porto d'armi: i principi da conoscere per non subire la revoca della licenza

Riflessioni sulla sentenza del Tar Brescia n. 569 del 2 maggio 2017


Avv. Francesco Pandolfi -- Il rilascio o la revoca della licenza di porto d'armi (e dell'autorizzazione alla detenzione) sono direttamente collegati ad un potere/scopo dell'amministrazione: la protezione dell'ordine e della sicurezza pubblica.

Il perno su cui ruota la disciplina di questa materia può essere riassunto così.

Ecco allora che diventa importante, ma soprattutto utile per chi appartiene al mondo armiero, prendere atto dell'esistenza di una serie di principi e criteri utilizzati dalle competenti Autorità per valutare, ad esempio, la revoca dell'autorizzazione o il divieto di detenzione.

Conoscere prima questi principi può aiutare a prevenire spiacevoli conseguenze, come un provvedimento del Prefetto di divieto di detenere armi o un decreto del Questore di revoca immediata del porto d'arma.

Per scoprirli prendiamo come spunto la sentenza n. 569/2017 del Tar Brescia, relativa ad un caso di porto d'armi ad uso sportivo.

I principi da conoscere

1) ai fini della revoca dell'autorizzazione e del divieto di detenzione è sufficiente che l'interessato non sia del tutto affidabile;

2) per il rilascio o ritiro dei titoli si può valutare se sia presente una capacità di abuso e, in alternativa, l'assenza di una buona condotta;

3) non occorre un vero e proprio giudizio di pericolosità della persona interessata;

4) l'autorizzazione scatta quando l'Autorità capisce di trovarsi in presenza di condizioni di perfetta sicurezza;

5) l'Autorità da l'ok quando sa che l'incolumità dei terzi è adeguatamente protetta;

6) una denuncia o una segnalazione hanno un loro significato e un valore per l'Autorità;

7) una negligenza fa scattare subito l'atteggiamento di estrema cautela dell'Amministrazione;

8) l'affidabilità della persona interessata è sacra e non deve essere messa in discussione;

9) in caso di liti familiari, che è titolare della licenza di polizia deve autocontrollarsi e non cedere all'impulsività con reazioni scomposte;

10) le condotte aggressive in genere sono deplorevoli per l'Autorità;

11) una resipiscenza ex post non elimina in assoluto la portata del gesto.

Come muoversi e come impostare il ricorso

Sappiamo quindi che l'autorizzazione viene data solo in presenza di condizioni di perfetta e completa sicurezza: il fine è prevenire l'incolumità dei terzi.

Se questo è il principio di fondo, l'interessato potrà criticare la decisione dell'amministrazione sotto il profilo del travisamento dei fatti o dell'inattendibilità della valutazione.

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Data: 28/05/2017 20:00:00
Autore: Francesco Pandolfi