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Anche il rinfacciare alla compagna di non essere vergine può integrare il reato di maltrattamenti in famiglia

La Cassazione ricorda che la fattispecie delittuosa punita dall'art. 572 c.p. può essere integrata da molteplici comportamenti


di Valeria Zeppilli – Il reato di maltrattamenti in famiglia è una fattispecie delittuosa che può essere integrata mediante molteplici comportamenti.

La sentenza numero 18908/2017 della Corte di cassazione qui sotto allegata, ad esempio, pur conclusasi con la dichiarazione di inammissibilità del ricorso, dimostra nella ricostruzione dell'andamento del processo, e in particolare attraverso l'enunciazione della condanna inflitta all'imputato in sede di merito, come il reato di cui all'articolo 572 del codice penale possa essere integrato da diverse condotte.

Condotte punibili

Alla base della penale responsabilità dell'uomo sancita dai giudici di primo e secondo grado, infatti, erano state poste diverse condotte, ovverosia l'aver picchiato la sua convivente, l'averla maltrattata con continue vessazioni fisiche e psichiche, l'averla costretta a contrarre matrimonio con un altro uomo per questioni di convenienza (ovverosia per evitargli l'espulsione dall'Italia) e anche l'averle rinfacciato continuamente l'assenza della verginità al momento del loro incontro.

I maltrattamenti in famiglia

Si ricorda che il reato di maltrattamenti in famiglia si configura allorquando un soggetto maltratta una persona della famiglia o comunque un convivente o una persona sottoposta alla sua autorità o a lui affidata per ragioni di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia, o per l'esercizio di una professione o di un'arte.

La pena prevista è quella della reclusione da due a sei anni.

Data: 22/04/2017 22:00:00
Autore: Valeria Zeppilli