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Inps: legge 104 anche per le unioni civili, ma non per i parenti del compagno

L'Inps estende i tre giorni di permesso alle unioni civili e alle convivenze di fatto e il permesso straordinario biennale alle sole unioni civili


di Valeria Zeppilli – I tre giorni di permesso previsti dalla legge numero 104/1992 per l'assistenza ai disabili possono ora essere ufficialmente concessi anche alle parti di un'unione civile e ai conviventi di fatto, che potranno assentarsi dal lavoro senza perdere la retribuzione per prestare le cure necessarie al proprio partner.

Con la circolare numero 38/2017 qui sotto allegata, l'Inps ha infatti esteso a tali soggetti la possibilità di usufruire dei permessi giornalieri, rinviando anche alla pronuncia numero 213/2016 con la quale la Corte Costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 33, comma 3, della legge 104 nella parte in cui non include tra i soggetti legittimati a fruire del permesso mensile retribuito per l'assistenza alla persona con disabilità in situazione di gravità, anche il convivente in alternativa al coniuge, al parente o all'affine di secondo grado.

Non c'è nessuna possibilità di usufruire dei tre giorni di permesso, invece, per l'assistenza ai parenti del compagno: come chiarito dall'Inps nella recentissima circolare, tra questi e l'altra parte dell'unione civile non si costituisce infatti alcun rapporto di affinità, in assenza di qualsivoglia richiamo all'articolo 78 del codice civile da parte della legge numero 76/2016.

La circolare in commento, peraltro, ha preso in considerazione anche il congedo straordinario biennale, previsto dalla legge numero 151/2001 per i lavoratori che abbiano parenti in situazione di disabilità grave conviventi fino al terzo grado, in assenza di genitori o figli degli stessi, decretandone l'applicabilità anche alle parti di un'unione civile, ma non ai conviventi di fatto.

Data: 28/02/2017 18:30:00
Autore: Valeria Zeppilli