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Riforma P.A.: fuori i dirigenti senza incarico e niente bonus senza risultati. E nei concorsi conterà anche il "valore" dell'università frequentata

L'emendamento approvato dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera cambia anche l'accesso ai concorsi dove conterà sia il voto che l'ateneo


di Marina Crisafi - I dirigenti senza incarico saranno fuori dallaP.A., previa “bocciatura” da parte dell'amministrazione; non ci saranno più bonusper chi non ottiene risultati positivi e i concorsi saranno più selettivi,valendo oltre al voto anche l'ateneo in cui si è conseguita la laurea. Queste,per sommi capi, le novità dell'emendamentoapprovato dalla Commissione affari costituzionali della Camera alla delega sulla P.A. che, dopo l'okdel Senato, si sta avvicinando al traguardo.

A finire nel “mirino” dell'emendamento sono prima di tutto i dirigenti pubblici che potranno esserelicenziati se rimangono privi di incarico per un determinato periodo, soltanto però successivamente alla “valutazionenegativa” da parte della P.A.

Via anche i “superbonus” o i compensi variabili ai manager se il risultato conseguito durante l'espletamentodel mandato è stato negativo. In sostanza, dunque, l'erogazione di maggiorsomme sarà legata ai risultati economiciottenuti e non ad una renditaderivante dalla posizione ricoperta. Per i criteri però, attraverso i qualila norma troverà attuazione, bisognerà attendere i decreti delegati.

L'emendamento introduce ancheun limite alla discrezionalità nelle nomine dei direttori delle Asl daparte delle regioni, le quali potranno nominare i Dg non solo attingendo allarosa di candidati di cui all'elenco nazionale, ma anche sulla base dellamanifestazione d'interesse del soggetto all'apposito bando, in modo da evitareselezioni tra candidati non direttamente interessati al ruolo in palio.

Altraimportante novità varata dalla commissione riguarda le procedure diassunzione attraverso i concorsi pubblici,nei quali a far la differenza non sarà soltanto il voto di laurea ma conterà anche l'ateneo che lo haassegnato. Il fine è quello di evitare barriere di accesso ai concorsibasate solamente su elementi numerici, valutando anche la qualità e lecaratteristiche dell'istituzione che ha rilasciato il titolo di studio, ma lanorma ha già suscitato un polverone e, come riportato dal Corriere dellaSera, è stata tacciata come “classista”dalle stesse associazioni degli studenti.

Data: 04/07/2015 09:00:00
Autore: Marina Crisafi