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Polonia: La responsabilita' degli amministratori di una societa' a responsabilita' limitata

Profili di responsabilita` degli amministratori di una societa` a responsabilita` limitata nell'ordinamento polacco


polonia: la responsabilita' degli amministratori diuna societa' a responsabilita' limitata

1. Introduzione

Lasocieta' a responsabilita' limitata costituisce il modello societario piu'utilizzato in Polonia (Sp. z o.o.). Qualora si optasse per operare sul mercatopolacco attraverso questo strumento societario occorre focalizzare inparticolare l'attenzione sul sistema di responsabilita' degli amministratoriche presenta sensibili differenze rispetto al diritto italiano. Laresponsabilita' degli amministratori nelle S.r.l. di diritto polacco previstadall'art. 299 paragrafo 1 del Codice delle Societa' Commerciali e' infatti unaresponsabilita' illimitata: i singoli amministratori rispondono solidalmentecon tutti i loro beni presenti e futuri per le obbligazioni della societa'. Aparziale tutela degli amministratori e' previsto a loro favore il beneficio diescussione: il creditore deve soddisfarsi sul patrimonio della societa', soloove risultasse insoddisfatto potrebbe richiedere l'escussione dei patrimonidegli amministratori.

Moltospesso gli investitori stranieri che decidono di operare in Polonia siavvalgono di una societa' a responsabilita' limitata di diritto polaccoesercitando le funzioni di membro o presidente del consiglio diamministrazione. Tuttavia non sempre coloro che ricoprono le predette carichesono coscienti della responsabilita' che deriva dalla funzione svolta,responsabilita' che puo' riguardare il patrimonio personale dell'amministratoreo del presidente del consiglio di amministrazione. Scopo del presente lavoro e'quello di illustrare i principi fondamentali della responsabilita' personaledegli amministratori di una srl di diritto polacco.

L'art. 299 del Codice delle Societa' commerciali al paragrafo 1espressamente recita: „Nel caso in cui un'azione esecutiva contro lasocieta' risulti inefficace, i membri del consiglio di amministrazionerispondono solidalmente per le obbligazioni societarie”. La responsabilita'cosi' raffigurata consiste nel fatto che gli amministratori rispondono con illoro patrimonio personale per tutte le obbligazioni societarie in manierasolidale, tutti cioe' rispondono per l'adempimento delle obbligazioni nellaloro interezza. La responsabilita' ha anche un carattere sussidiario, cioe' ilcreditore societario deve prima richiedere l'adempimento dell'obbligazione allasocieta', e solamente nel momento in cui l'esecuzione nei confronti dellasocieta' risulta inefficace, puo' richiedere l'adempimento agli amministratoridella stessa.

2. Soggetti obbligati e ambito dellaresponsabilita'

Soggettialla responsabilita' sono i membri del consiglio di amministrazione ol'amministratore unico.

Oggettodella responsabilita' sono tutte le obbligazioni esistenti ed esigibili altempo in cui la carica di amministratore viene ricoperta. Il suo ambito dunquecomprende anche le obbligazioni verso l'Istituto di previdenza sociale (ZUS) ele pretese avanzate dai dipendenti. Inoltre la sentenza della Corte diCassazione del 7.12.2006, numero III CZP118/2006 ha riconosciuto l'estensione dell'oggetto di responsabilita' anchealle spese sostenute per la procedura fallimentare, degli eventuali ritardi neipagamenti e dei relativi interessi. L'amministratore inizia ad essereresponsabile direttamente dal momento della sua nomina, rilevando l'iscrizionedella relativa delibera nel Registro Nazionale Giudiziario come merapubblicita' notizia.

Sia la giurisprudenza della Cortedi Cassazione che la dottrina sono concordi nell'affermare che i membri delconsiglio di amministrazione sono responsabili per le obbligazioni societariederivanti dalle azioni poste in essere nel periodo in cui ricoprivano la caricasociale a meno che non dimostrino, a tempo debito, di aver depositato l'istanzadi fallimento della societa' o la domanda di concordato fallimentare oppureprovino che la mancanza del deposito della domanda di fallimento o delladomanda di concordato fallimentare non sono a loro attribuibili per colpa o,nonostante il mancato deposito, il creditore non abbia subito alcun danno (art.299 paragrafo 2 Codice delle Societa' commerciali). Oggetto dellaresponsabilita' sono quindi le obbligazioni gia' esistenti ed esigibili altempo in cui i vari soggetti ricoprivano le funzioni di amministratori dellasocieta', va inoltre sottolineato il fatto che la cancellazione della societa'dal Registro Nazionale Giudiziario (KRS – organo giudiziario che regola ilregime di iscrizione e pubblicita' delle societa' commerciali in Polonia) noncostituisce motivo di esclusione della responsabilita' degli amministratorisocietari. Inoltre gli amministratori della societa' sono responsabili dalmomento in cui e' stata adottata la delibera relativa alla loro nomina,l'iscrizione nel Registro Nazionale Giudiziario ha meramente una finalita' dipubblicita' notizia.

L'ambitodella responsabilita' cosi' come definito dall'art. 299 del Codice delleSocieta' commerciali risulta particolarmente ampio ed e' comprensivo di tuttele obbligazioni della societa' che non sono state adempiute attraverso unaefficace esecuzione. Come affermato dalla sentenza della Corte di Cassazionedel 7.12.2006, numero III CZP 118/2006,oggetto della responsabilita' e' anche la richiesta di rimborso dei costiprocessuali, nonche' dei relativi interessi, derivanti dal ritardo nell'adempimentoo dall'effettuazione di una esecuzione inefficace, senza che vi sia differenzatra obbligazioni derivanti da norme di diritto privato o di diritto pubblico.L'amministratore della societa' risponde inoltre per le obbligazioni societariedella societa' nei confronti dei suoi contraenti, dell'Istituto di Previdenzasociale (ZUS), delle pretese avanzate dai dipendenti.

3. Circostanze della responsabilita'

Come gia'detto in sede introduttiva, a favore degli amministratori opera il beneficio dipreventiva escussione. I creditori devono soddisfarsi prima sul patrimoniodella societa'. L' inefficacia dell' esecuzione sul patrimonio socialecostituisce una condicio sine qua nonsenza la quale non puo' farsi valere la responsabilita' degli amministratori.

Solitamentel'inefficacia viene provata con la presentazione del decreto dell'autorita'giudiziaria che chiude la procedura fallimentare permanendo l'insoddisfazionedel creditore. Tuttavia in presenza di una particolare evidenza dell'insolvenzairreparabile del debitore tale decreto non e' necessario. Si pensi al caso incui il patrimonio della societa' non sia in grado di soddisfare nemmeno icreditori privilegiati, o al caso in cui il Tribunale rigetti la domanda difallimento ex ante per la mancanza di patrimonio societario a sostenere lespese della procedura, o ancora quando lo stesso non sia risultato soddisfareun credito fatto valere precedentemente con una normale azione esecutiva . La sentenza della Cassazione polacca del2.10.2007 (R.G. II CSK 301/07) haportato chiarezza alla materia stabilendo l' idoneita' di qualsiasi documentoatto a provare l' incapienza del patrimonio sociale ad autorizzare il creditoread agire nei confronti degli amministratori.

Elementoessenziale ed espressamente previsto dal dettato normativo affinche' gliamministratori rispondano personalmente e solidalmente delle obbligazionisocietarie' e' l'inefficacia dell'esecuzione posta in essere nei confrontidella societa'. In concreto cio' si traduce col fatto che, al fine di provarela predetta inefficacia, e' necessario un decreto dell'ufficiale giudiziariosull'estinzione della procedura esecutiva la quale deve avere avuto ad oggettol'intero patrimonio sociale e non solamente parte di esso. Nel caso in cui sieffettua un'esecuzione inefficace sugli solamente immobili della societa', essae' considerata come effettuata nell'ipotesi in cui il creditore dimostri chetali immobili costituiscano il solo patrimonio della societa'.

L'esecuzionenei confronti della societa' non e' sempre necessaria: infatti nel caso in cuivi siano degli evidenti motivi dai quali si evince evidentemente che unaeventuale esecuzione non porterebbe nessun risultato, l'inefficaciadell'esecuzione puo' essere dimostrata con altre modalita'. In tal caso, adesempio, potrebbe essere sufficiente dimostrare che il solo patrimonio dellasocieta' e' costituito da immobili il cui valore non supera il valore deicrediti privilegiati della societa', oppure basta dimostrare che un altrocreditore sociale abbia dimostrato l'inefficacia dell'esecuzione nei confrontidelle societa'. Risulta altresi' idoneo a provare l'inefficacia dell'esecuzioneil rigetto della domanda di fallimento o della cessazione del procedimento conla specifica che il patrimonio del debitore non e' sufficiente a coprire icosti della procedura. Una importante sentenza della Cassazione polacca del2.10.2007 (R.G. II CSK 301/07)letteralmente stabilisce che: „la disposizione di cui all'art. 299 par. 1 delCodice delle societa' commerciali puo' essere interpretata nel senso chel'inefficacia dell'esecuzione puo' essere provata da qualsiasi documento checonfermi che la societa' non abbia patrimonio e pertanto autorizza il debitorea soddisfarsi con il patrimonio personale degli amministratori. Anche undecreto di cessazione della procedura di fallimento passato in giudicato puo'essere considerato una prova di inefficacia dell'esecuzione nell'ipotesi incui, da questo decreto, emerge in maniera inequivoca che il creditore nonottiene la soddisfazione della propria pretesa a causa della complessivamancanza di patrimonio della societa' che potrebbe essere diviso tra icreditori. La mera esecuzione non efficace nei confronti della societa' noncostituisce tuttavia il solo presupposto necessario al fine della rivalsa neiconfronti degli amministratori. Infatti l'art. 299 par. 2 Cod. Soc. Comm.prevede tre circostanze, in presenza delle quali, viene meno la responsabilita'personale degli amministratori e, nello specifico se essi:

1) hanno depositato l'istanza di fallimentodella societa' o la domanda di concordato fallimentare;

2) provinoche la mancanza del deposito della domanda di fallimento o della domanda diconcordato fallimentare non sono a loro attribuibili per colpa;

3)nonostante il mancato deposito il creditore non abbia subito alcun danno.

4. Esclusione della responsabilita'

L'inefficacia dell' esecuzione sulpatrimonio della societa' non costituisce la sola condizione per far valere laresponsabilita' degli amministratori. L' art. 299 del Codice delle Societa'Commerciali, infatti, recita alparagrafo 2 : “Un membro del consiglio diamministrazione puo' liberarsi dalla responsabilita' di cui al paragrafo 1(vedi sopra) se prova che, al tempo debito, ha depositato l'istanza di fallimentoo la domanda di concordato fallimentare, oppure se prova che la mancanza deldeposito della domanda di fallimento o della domanda di concordato fallimentarenon e' a lui attribuibile per colpa o, nonostante il mancato deposito, ilcreditore non ha subito alcun danno.”

Sono previste dunque tre cause diesonero dalla responsabilita' per il creditore :

1) Il deposito dell'istanza difallimento o della domanda di concordato fallimentare a tempo debito. Ladisposizione e' dettata per tutelare il principio della par condiciocreditorium . Ma il concetto di tempo debito risulta essere alquanto aleatorio.La stessa giurisprudenza della Corte Suprema non e' riuscita a delineare conprecisione i confini dello stesso. Nella sentenza 2008-09-24 (II CSK 142/08) laCassazione si e' riferita al tempo debito come a quel momento temporale nelquale sia possibile sia il pagamento integrale dei costi della procedura, siauna soddisfazione almeno parziale dei creditori intervenuti. Si assume chel'amministratore diligente richieda il fallimento o l'apertura di un'altraprocedura concorsuale quando ancora sia possibile una minima soddisfazione peri creditori sociali. Quando ed in quali termini pero' questa parzialesoddisfazione sia sufficiente ad esonerare gli amministratori dallaresponsabilita' rimane, nella pratica, rimesso all'arbitrio dei giudici.

2) Il mancato deposito della istanza odella domanda di concordato preventivo non e' imputabile a colpa dell'amministratore. La giurisprudenza ha ritenuto integrata questa disposizionequando l'amministratore non ha potuto esercitare le sue funzioni per malattia oper un viaggio di lavoro, ma non quando l'amministratore abbia eccepito unasuddivisione interna delle responsabilita' all'interno del Consiglio diAmministrazione. In quest'ultimo caso la responsabilita' e' rimasta solidale.

Il singolo amministratore deve sempre diligentementesvolgere il suo incarico attenendosi alle disposizioni di legge.

3) Il creditore non ha subito danno dalmancato deposito. L'amministratore deve dimostrare che anche se avessedepositato l'istanza per tempo il creditore non avrebbe subito alcun danno. Cisi trova ai limiti della probatio diabolica, essendo per il creditore nellapratica quasi impossibile dimostrare questa circostanza.

L'amministratoree' sollevato dalla responsabilita' personale se dimostra di aver depositatol'istanza di fallimento della societa' o la domanda di concordato fallimentarein tempo oppure provi che la mancanza del deposito della domanda di fallimentoo della domanda di concordato fallimentare non sia a lui attribuibile per colpao, nonostante il mancato deposito, il creditore non abbia subito alcun danno.Una delle circostanze che esclude la responsabilita' dell'amministratore per leobbligazioni sociali consiste nel dimostrare che, a tempo debito, e' statadepositata l'istanza di fallimento della societa' o la domanda di concordatofallimentare. La disposizione dell'art. 299 par. 2 Cod. Soc. Comm. purtropponon definisce cosa esattamente si intenda per „tempo debito” e pertanto taledefinizione presenta delle difficolta' interpretative. Generalmente si intendecon „tempo debito” per il deposito dell'istanza di fallimento il tempo in cuil'organo di amministrazione della societa', non essendo in grado di adempierealle obbligazioni nei confronti di tutti i suoi debitori, provvede al depositodell'istanza di fallimento. Attraverso il predetto deposito si salvaguardanogli interessi dei creditori della societa', i quali a seguito delladichiarazione di fallimento possono contare su di una piu' equa soddisfazionedelle pretese. Infatti depositare l'istanza per tempo significa evitare ilpregiudizio derivante dal mancato rispetto della par condicio creditorumavendo l'organo amministrativo fatto daparte sua tutto il possibile con la presentazione della domanda. Tuttaviaqualora la societa' non abbia a disposizione i fondi nemmeno per coprire lespese della procedura fallimentare, la presentazione dell'istanza di fallimentonon esonera gli amministratori dalla propria responsabilita' personale.

Taleorientamento e' stato confermato dalla giurisprudenza della corte suprema.Nella sentenza 2008-09-24 (II CSK 142/08) il giudice ha affermato che: „nonpuo' essere considerato tempo debito ai sensi dell'art. 299 § 2 del codice delle societa' commerciali ilmomento in cui il patrimonio della societa' non sia sufficiente nemmeno allasoddisfazione parziale dei creditori e alla copertura dei costi della proceduradi fallimento, cioe' quando la societa' sia gia' in bancarotta. Il tempo debitoper il deposito dell'istanza e' il momento in cui veramente non e' possibilesoddisfare tutti i creditori, ma esiste ancora un patrimonio della societa'idoneo almeno a soddistare i creditori nella procedura di fallimento”.Essenziale e' che l'istanza di fallimento sia depositata regolarmente. Ilrigetto del tribunale di un'istanza per carenze formali fa si che la stessa nonpossa essere considerata come regolarmente depositata e pertanto non potra'essere idonea ad esimere gli amministratori dalla loro responsabilita'.

Una secondacircostanza in base alla quale si puo' appellare l'amministratore consiste nelprovare che il mancato deposito dell'istanza di fallimento o l'apertura di unaprocedura concorsuale non sono state poste in essere per cause a lui nonimputabili. L'onere della prova della mancanza di colpa gravasull'amministratore il quale deve provare di essere esente da responsabilita'.Egli dovrebbre prima di tutto provare che il proprio operato e' stato conformealla legge, non essendo questi venuto meno ai propri obblighi, o che unaeventuale violazione delle proprie obbligazioni non era a lui imputabile. Lamancanza di colpa e' una circostanza che esclude la responsabilita' nel caso incui l'amministratori provi che obiettivamente per giustificati motivi non e'stato in grado di depositare l'istanza. A titolo esemplificativo, costituisceun giustificato motivo una malattia che non rende possibile la conduzionedell'azienda oppure l'assenza giustificata, ad esempio da un viaggio di lavoroall'estero.

Non costituisce un motivo diesclusione della responsabilita' il fatto che gli amministratori faccianoriferimento alla suddivisione delle competenze all'interno dell'organo diamministrazione.

Ultimo presupposto previstodall'art. 299 § 2 del codice delle societa' commerciali consiste nel provareche dal mancato deposito dell'istanza di fallimento o della domanda diconcordato fallimentare il creditore non ha subito alcun danno. Cio' si traducecol fatto che bisogna provare in tribunale che, anche nell'ipotesi in cui sifosse depositato l'istanza di fallimento a tempo debito, il creditore nonavrebbe subito alcun pregiudizio. La prova di tale circostanza, nella pratica,e' di difficile attuazione.

5. CONCLUSIONI

Prima dicostituire una Srl (Sp. z o.o.) in Polonia bisogna considerare ogni possibileimplicazione. La disciplina della responsabilita' degli amministratori e'chiaramente, per i motivi sopra esposti, uno tra i fattori che va maggiormentepreso in considerazione in quanto ildiritto commerciale polacco e' improntato alla massima tutela del creditore. Ariequilibrare la situazione in favore dell' amministratore vi e', oltre allecause di esonero della responsabilita', la possibilita' per l'amministratoreche risponde con i propri beni di rivalersi successivamente su chi ha causatomaterialmente il danno (es. altri amministratori o dipendenti di societa').

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Aggiornamento 19.05.2015

Data: 21/06/2015 23:00:00
Autore: Avv. Alfio Mancani