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Udienza notificata di sabato pomeriggio? Se lo studio legale è chiuso, è un problema dell'avvocato

Valida la notifica dell'udienza inviata via fax di sabato in quanto non è notorio che gli studi professionali siano chiusi e se funzionano i mezzi telematici


di Marina Crisafi - Sabatopomeriggio, lo studio legale è chiuso ma il fax è attivo e riceve l'avviso dinotifica dell'udienza. Tanto basta per rendere valida la comunicazioneproveniente dalla cancelleria. Lo ha stabilito la Cassazione, con la sentenza n.21439 depositata il 22 maggio scorso, rigettando il ricorso di un avvocato chechiedeva l'annullamento dell'ordinanza con il quale il Tribunale di Roma avevaconfermato la misura cautelare dellacustodia in carcere per il proprio assistito.

Tra gli altrimotivi di doglianza, eccepiva l'avvocato che l'avviso di fissazione dell'udienza dell'interrogatorio dell'imputatoex art. 294 c.p.p. non era stato comunicato in modo tempestivo, in quanto lacancelleria del tribunale lo aveva inviato a mezzo fax di sabato, giornata in cui gli studi professionalisono notoriamente chiusi, quando invece poteva essere inoltratosemplicemente contattando il professionista al proprio cellulare.

Ma la secondasezione penale smentisce.

La cancelleria delmagistrato, si legge infatti nella sentenza, “ha comunicato conun anticipo di ben più di 24 ore la data e l'ora dell'interrogatorio dellapersona indagata, ciò facendo con il sistema più corretto e sicuro, essendo sta­toeffettuato con il mezzo del fax allo studio dello stesso avvocato ovel'apparato lo ha ricevuto”. Pertanto, la notifica è da intendersi valida, in quanto inviata nel luogo d'elezioneprevisto dalla legge, con mezzo idoneo e in tempo ampiamente precedente ilcompimento dell'atto.

Inoltre, ci ha tenuto asottolineare la Cassazione, non èaffatto “notorio che gli studi professionali siano ‘chiusi' il sabatopomeriggio, soprattutto nel momento in cui risultano regolarmente in funzione attrezzature telematiche idoneea ricevere le comunicazioni provenienti dagli uffici pubblici”. Peraltro, haconcluso la S.C. rigettando il ricorso, “gliaspetti organizzativi dello svolgimento di una pro­fessione privata non possonoessere fatti ricadere sul servizio pubblico una volta che quest'ultimo haadempiuto a quanto previsto dalla legge”.

Data: 26/05/2015 12:00:00
Autore: Marina Crisafi