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Fa saltare alla vittima solo un dente, ma per la Cassazione le lesioni sono aggravate

La Cassazione (sentenza n. 4177 del 28 gennaio 2015) ha confermato la condanna di un uomo per il reato di lesioni aggravate


In tema dilesioni personali, anche l'avulsione diun solo dente fa scattare l'aggravantedi cui all'art. 583 c.p., perché una menomazione seppur minima dellapotenzialità di un organo è sufficiente per aversi indebolimento permanente,indipendentemente dalla possibilità di applicare una protesi dentaria.

Così la Cassazione (sentenza n. 4177 del 28 gennaio 2015) haconfermato la condanna di un uomo per il reatodi lesioni aggravate, ex artt. 582 e 583 c.p., per aver provocato la “completa avulsione traumatica di un incisivosuperiore” riportata dalla persona offesa.

A nulla sonovalse le doglianze dell'imputato circa il fatto che la vittima non avesse patito alcun indebolimento diorgano come previsto dall'art. 583, comma 1, n. 2, c.p., giacché le lesioniavevano solo provocato l'avulsione di un incisivo senza incidere in modo permanente sul suo apparato masticatorio.

Per la S.C.,infatti, la decisione del giudice d'appello è esente da vizi logici e di merito:la rottura di un incisivo è una menomazione sufficiente per aversiindebolimento permanente dell'organo della masticazione e rientrare dunque trale circostanze aggravanti di cui all'art. 583, 1 comma, n. 2 c.p. a prescinderedalla circostanza della possibile applicazione di una protesi dentaria.

Una decisioneche, peraltro, ha ricordato la S.C. è perfettamente in linea con il consolidato orientamento giurisprudenziale cheha ravvisato l'aggravante dell'indebolimento permanente di un senso o di unorgano anche nell'ipotesi di sublussazionee successiva devitalizzazione di un dente in conseguenza della condottalesiva posta in essere dall'imputato (cfr. Cass. n. 27986/2013; Cass. n. 42114/2011),ovvero in presenza di funzioni già limitate a causa di precedenti anomalie (fattispeciein tema di perdita di due denti incisivi inapparato masticatorio già mancante di due canini) (Cass. n. 1993/1974).

Nulla di fatto,dunque, per l'imputato che ha visto rigettatoil ricorso con conseguente condanna anche al pagamento delle speseprocessuali.

Data: 01/02/2015 19:50:00
Autore: Marina Crisafi