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Pipì e popò? Gli indiani preferiscono farle all'aperto. Ma il governo annuncia ora controlli casa per casa

I servizi costruiti nella maggior parte delle case sono utilizzati per lo più come ripostigli


di Marina Crisafi - La notizia è di qualche giorno fa e se, sulle prime, può fare sorridere, inrealtà per l'India il problema è serio.

Nonostante, infatti, il governo abbia installato oltre 500mila latrine domestiche dall'ottobre scorso, gli effetti speratinon sono arrivati: gli indiani continuano a fare i loro bisogni all'aperto con le ovvie conseguenze in terminidi rischi per la saluta, l'igiene e costi sanitari.

Tutto questo ha portato il governo indiano all'adozionedi un apposito piano e all'avvio di controlliad hoc sull'utilizzo dei servizi igienici, al fine di contrastare lapratica estremamente diffusa e dannosa.

Secondo le stime di Unicef, infatti, defecare ed urinare all'aperto tra icespugli, nei campi e ai margini delle strade è una prassi abituale per quasi 600 milioni di persone, ma lecifre aumentano se ci si sposta nelle aree rurali più povere (dove, secondo l'Economist,nel luglio dello scorso anno ammonta addirittura al 72%).

E il problema non può essere attribuito solo alla mancanza dei bagnidomestici, perché la situazione non è cambiata dopo l'installazione dellemigliaia di latrine da parte del governo nell'ambito del programma sanitario “Swachh Bharat Abhivan” (“PianoIndia Pulita”) lanciato ad ottobre scorso per eliminare la praticadella defecazione all'aperto entro il 2019.

La gran parte della popolazione, infatti, secondo gli esperti consultatidall'esecutivo indiano, ritiene che ibagni siano molto meno igienici rispetto al defecare all'aperto, in unluogo lontano da casa e i servizi costruitinella maggior parte delle case sono utilizzatiper lo più come ripostigli.

La questione, dunque, per gli analisti, dipende da un fattore culturale e occorrerebbe fare una massiccia campagnadi informazione, piuttosto che aumentare i controlli e l'uso coercitivo deibagni, declinando maggiori risorse del Piano (attualmente ammontanti all'8%circa dei 25 miliardi di euro dei fondi stanziati) a favore della comunicazionee dell'educazione della popolazione in materia.

Intanto, il primo ministro indiano,Narendra Modi, nei giorni scorsi ha annunciatoin un comunicato, l'avvio di una nuova fase del piano per contrastare lapratica di defecazione, consistente in una intensificazione dei controlli daparte degli ispettori sanitari (dell'unitàappositamente creata negli ultimi mesi) che verificheranno “casa per casa” l'utilizzo effettivo dei bagni daparte dei residenti, pubblicando intempo reale i dati online, tramitesmartphone e tablet.

Data: 15/01/2015 17:00:00
Autore: Marina Crisafi