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Cassazione: si può dare del 'pazzo' a una persona se ci si trova in un contesto conflittuale

La natura offensiva di questo o quell'altro comportamento non è un dato fisso ma una variabile suscettibile di mutare a seconda del periodo storico e del contesto sociale considerati


Il delitto di ingiuria (Art. 594 codice penale) è uno di quei reati destinati ad evolvere nel corso del tempo. La natura offensiva di questo o quell'altro comportamento non è infatti un dato fisso ma una variabile suscettibile di mutare a seconda del periodo storico e del contesto sociale considerati – almeno per quanto riguarda l'aspetto strettamente verbale. A questo proposito, la Giurisprudenza di Legittimità ha più volte avuto modo di derubricare l'ingiuriosità di parole volgari – come il cosiddetto 'vaffa' (cfr. sent. 35669/14) – sulla base della considerazione che ormai sono entrate nell'uso comune.

Il termine pazzo, invece, che di per sé non è ascrivibile alla cerchia dei turpiloqui propriamente detti, è però un appellativo poco lusinghiero e certamente capace di colpire in modo forte il decoro e l'onore del 'destinatario'.
Ciononostante, non sempre vale una condanna penale! Lo afferma in questi giorni la Corte di Cassazione, V sez. pen., con sentenza n. 50969/14 depositata il 4 dicembre scorso, di fatto promuovendo la scusante della provocazione – che ricorre sovente nei procedimenti per ingiuria – ad elemento scriminante. In pratica, secondo gli Ermellini, stante fra i due soggetti coinvolti (la rea e la persona offesa – coniuge separato di un'amica della prima) una consuetudine di rapporti già alterati e compromessi – tali per cui le modalità comunicative ordinarie non si ispiravano certo alle regole della cortesia –, il fatto che l'una abbia appellato l'altro "pazzo" non può assurgere alla condotta criminosa di cui all'art. 594 c.p..

E non è la prima volta che la S.C si pronuncia su questa particolare voce del nostro vocabolario, visto che già in una sentenza del 2010, si era espressa positivamente addirittura sull'ammissibilità dell'epiteto da parte di un lavoratore nei confronti del proprio principale.

Vedi anche nelle guide legali: Il reato di ingiuria
Qui di seguito alcuni articoli e sentenze in cui la Corte si è occupata del reato di ingiuria:
Data: 05/12/2014 14:23:00
Autore: Mara M.