Saluto romano: reato di pericolo concreto e presunto Annamaria Villafrate - 21/04/24  |  Inadempimento obbligo vaccinale: illegittima la detrazione di anzianità di grado United Lawyers for Freedom - ALI Avvocati Liberi - 19/04/24  |  La scienza smascherata United Lawyers for Freedom - ALI Avvocati Liberi - 21/06/23  |  Compiti a casa: i docenti devono usare il registro elettronico  Redazione - 12/04/23  |  Annullate multe over50: la prima sentenza United Lawyers for Freedom - ALI Avvocati Liberi - 26/03/23  |  

Fecondazione eterologa. Dopo la sentenza della Consulta serve una legge dello Stato?

Con sentenza della Corte Costituzionale n. 162/2014, è caduto il divieto per le coppie italiane di ricorrere alla fecondazione eterologa


Con la sentenza n. 162/2014 della Corte Costituzionale (che qui sotto si allega), ècaduto il divieto per le coppie italiane di ricorrere alla fecondazioneeterologa "in patria".

Come stabilito lo scorso aprile dallaConsulta, infatti, le norme contenute agli articoli 4 comma 3, 9 commi 1 e 3, e12 comma 1 della L. 40/2004, che rendevano inammissibili le tecniche di fecondazionemedicalmente assistita tramite gameti donati, violavano il diritto alla salute, il diritto all'autodeterminazione e il principio di uguaglianza, discriminando le opportunità dei cittadini sterilie infertili in base alla loro maggiore o minore disponibilità economica.

Comesi sa, infatti, tale proibizione si traduceva nell'"invito" – per chipoteva permettersi di raccoglierlo – a volare oltralpe per sottoporsi alle piùavanzate metodiche di procreazione medicalmente assistita. Mentre poche alternativealla rassegnazione rimanevano per quelle coppie che mai avrebbero potutotrovare denaro sufficiente per viaggi e procedure mediche in costose clinichestraniere.

Dopo il sì della Corte, restanoperò dei nodi ancora da sciogliere relativamente alla realizzazione pratica ditale possibilità. Se, infatti, secondo un'interpretazione"facilitante", la rimozione del divieto renderebbe immediatamenteoperativi – a livello tecnico e giuridico – i centri per la fertilità chepraticano l'eterologa, rimangono tuttavia da definire quantomeno alcune normeprocedurali. Insomma, seppure una legge nazionale non è indispensabile per dare attuazione alla sentenza, è comunquedesiderabile. Ad esempio, al fine dicoordinare a livello territoriale latracciabilità dei donatori (per evitare che nascano troppi figli da unmedesimo genitore biologico) e, soprattutto, per dare omogeneità ai costi delle prestazioni.

Proprio pochi giornifa, ad esempio, la conferenza delle Regioni ha reso nota la decisione difissare in 400-600 euro di ticket la tariffa unica delle prestazioni difecondazione eterologa, variabile a seconda del tipo di metodica eseguita. Mafa eccezione la Lombardia che, con una lineadurissima e fortemente ideologizzata, ha assunto una posizionedecisamente "ingombrante", decidendodi non inserire la fecondazione eterologa fra le prestazioni sanitariedispensate dal SSN: tutti i cittadini lombardi – anche quelli che volesseropraticarla in strutture di altre regioni – si ritroveranno perciò a dover pagarel'intero costo delle procedure di tasca propria per una cifra compresa fra i1500 e i 4000 euro! (E, ironia della sorte, proprio nell'ex Formigonia – quartiergenerale di Comunione e Liberazione – si trova concentrato il maggior numero dicentri italiani per la fertilità!)

A questo punto, in virtù dello stessoprincipio di uguaglianza che rendeva incostituzionale il divieto contenutonella L. 40/2004, sarebbe bene che ilParlamento legiferasse per rimuovere le disparità fra cittadini di questa oquell'altra zona d'Italia, inserendo la fecondazione eterologa come augurato dal presidente della Conferenza delle Regioni Sergio Chiamparino fra i c.d. Lea (livelliessenziali di assistenza). Auspicabilmente in tempi brevi, e senza troppeimpalcature ideologiche...

Data: 28/09/2014 11:00:00
Autore: Mara M.