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Corte di Giustizia: per il ritardo aereo, l'orario di arrivo effettivo è quello in cui si aprono i portelloni



Qual è l'orario di arrivo effettivo di un volo? Quelloin cui le ruote dell'aereo toccano la pista? Quello in cui l'aeromobileraggiunge la posizione di parcheggio e aziona i freni o il momento in cuivengono aperti i portelloni?

A sfatare ognidubbio ci ha pensato la Corte diGiustizia Europea nei giorni scorsi (sentenza4 settembre 2014, causa C-452/13), risolvendo una questione pregiudizialeche, lungi dall'essere banale, rileva al fine di stabilire il tempo esatto del ritardo aereo per ottenerela compensazione pecuniaria prevista dal regolamento CE n. 261/2004.

Ripercorrendo ilcontesto normativo, la Corte non ha dubbi, lanozione di “orario di arrivo”, utilizzata per determinare l'entità delritardo subito dai passeggeri di un volo, ai fini della maturazione del dirittoalla compensazione pecuniaria prevista dall'art. 7 del regolamento n. 261/2004,“corrisponde al momento in cui si aprealmeno uno dei portelloni dell'aeromobile, posto che, in tale momento, ipasseggeri sono autorizzati a lasciare il velivolo”.

Durante il volo,infatti, ha osservato la Corte di Giustizia, “i passeggeri sono confinati in uno spazio chiuso, dove sono soggettialle istruzioni e al controllo del vettore aereo e dove, per motivi tecnici edi sicurezza, le loro possibilità di comunicazione con il mondo esterno sonoconsiderevolmente limitate”, non potendo, quindi, occuparsi “in modo continuato dei loro affaripersonali, familiari, sociali o professionali”, attività che possonoriprendere solo una volta terminato il viaggio.

Siffatti disagisono inevitabili, ha spiegato la Corte, fintanto che il volo non eccede ladurata prevista; quando invece ciò accade, tale tempo trascorso nelle suddettecondizioni è da ritenersi “tempo perso”.E poiché la situazione dei passeggeri “noncambia sostanzialmente né quando le ruote del loro aeromobile toccano la pistadi atterraggio dell'aeroporto di destinazione, né quando tale aeromobileraggiunge la posizione di parcheggio e sono azionati i freni di stazionamento,né quando sono posizionati i freni a ceppi, dato che i passeggeri continuano adessere soggetti, nello spazio in cui si trovano, a diverse costrizioni”, nerisulta che l'”orario di arrivoeffettivo”, secondo l'interpretazione da applicarsi uniformemente in tuttal'Unione Europea è quello in cui glistessi sono autorizzati a lasciare il velivolo, ovvero quando, aperti iportelloni, essi possono riprendere le loro attività abituali senza doversubire più costrizioni.

Data: 16/09/2014 10:10:00
Autore: Marina Crisafi