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Marijuana: Cassazione, lecita la coltivazione di qualche piantina casalinga



Linea morbida dalla Cassazione verso i coltivatoricasalinghi di marijuana. Se si tratta di qualche piantina, l'entità è minima e l'uso esclusivamente personale,hanno affermato, infatti, i giudici di piazza Cavour, nella sentenza n. 33835 del 29 luglio scorso, la coltivazione non è punibile, poichéle condizioni escludono la possibilediffusione della sostanza producibile e/o l'ampliamento della coltivazione.

Accogliendo il ricorso del procuratoregenerale della Repubblica avverso la sentenza della Corte d'Appello di Sassariche confermava la condanna di un uomo per aver coltivato piante di canapaindiana, la S.C. ha ritenuto l'insussistenza del fatto, attesa l'inoffensivitàdella condotta, in presenza di quantità trascurabili di sostanza stupefacentedestinata all'esclusivo uso personale.

Ripercorrendo la vasta giurisprudenza sultema, nonché facendo riferimento alla sentenza della Corte Costituzionale (n.32/2014) che ha annullato le disposizioni che unificavano il trattamentosanzionatorio per i vari tipi di droga, la Cassazione ha preliminarmente ribaditol'indubbia differenza tra il “reato dicoltivazione” e quello di “mera detenzione” dello stupefacente, essendo ilprimo non direttamente ricollegato all'uso personale e “punito di per sé in ragione del carattere di aumento delladisponibilità e della possibilità di ulteriore diffusione”, il secondo invece,condotta “strettamente collegata allasuccessiva destinazione della sostanza e qualificata da tale destinazione”,punibile, pertanto, solo quando “èdestinata all'uso di terzi mentre, se destinata all'uso personale, ha lasanzione (amministrativa) corrispondente a tale ultima condotta”.

Sulla base di queste premesse, ha ritenutola Corte che l'azione tipica della coltivazionesi individua nel momento in cui è realizzato il “pericolo presunto” sopraspecificato. Tuttavia, è proprio nella individuazione del compimento dell'azionetipica che occorre avere riguardo, secondo la S.C., alla sussistenza della “offensività in concreto: ovvero, purrealizzata l'azione tipica, dovrà escludersila punibilità di quelle condotte che siano in concreto inoffensive”, cioè di “tale levità da essere sostanzialmenteirrilevante l'aumento didisponibilità di droga e non prospettabile alcuna ulteriore diffusione dellasostanza”.

Ritenendo, quindi, corretta la valutazionedel procuratore generale che ha proposto impugnazione, ritenendo ricorrente nelcaso di specie la “totale assenza di offensivitàin concreto” dato che all'imputato risultava sequestrato "un vaso con due piantine (dell'altezza di 33cm) di marijuana", dalle quali potevano ricavarsi “foglioline” contenenti quantitativiinferiori al valore della quantità massima detenibile, per cui l'assolutainconsistenza della coltivazione in questione fa escludere che in concreto siastata realizzata la lesione del bene tutelato dalla norma, la Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza impugnataperché il fatto non sussiste.

Data: 30/08/2014 19:20:00
Autore: Marina Crisafi