Cassazione: il furto è aggravato per chi si finge becchino per rubare al cimitero
Il furto commesso da un faslo becchino all'interno di un cimitero è soggetto ad aggravante.Lo ha stabilito la Corte di Cassazione occupandosi del caso di un 45enne che aveva commesso una serie di furti in un camposanto fingendo di essere un addetto alla cura delle tombe.Dopo la condanna da parte dei giudici di merito l'uomo si era difeso in Cassazione sostenendo che non poteva essergliapplicata l'aggravante dato che "l'oggettosottratto costituito da una borsetta era al di fuori della sfera diprotezione della proprietaria che l'aveva lasciata incustodita sultappetino dell'auto fuori dal cimitero".La corte ha respinto il ricorso ed ha affermato ch el'aggravante è stata correttamente applicata dato che "per non destare sospetti nei visitatori e per giustificare la suapresenza in un luogo da dove poteva agevolmente studiare icomportamenti dei visitatori e scegliere le vittime, l'
imputato si erafinto un addetto alla cura delle tombe intento a bagnare i fiorideposti sulle sepolture".Questa condotta, spiega la Corte, "configura unaattivita' insidiosa e fraudolenta diretta a sorprendere e soverchiarela vittima" giacchè "simulando la cura dei fiori, l'
imputato si posenella posizione per osservare i movimenti dei visitatori senza esseresospettato". Una condotta che evidenzia "non solo ilcarettere fraudolento, ingannevole, ma dimostra il rilevante ruolo aifini dell'abbassamento delle difese della vittima e del buon esitodella condotta illecita".
Data: 03/08/2008 11:09:00
Autore: N.R.