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Venezuela: il tramonto dei diritti umani nell'ombra dell'autoritarismo

Riflessioni giuridiche sulla crisi dei principi fondamentali del diritto internazionale


Quando un Cardinale della Chiesa Cattolica non può viaggiare per la sua missione pastorale e un Premio Nobel per la Pace non può ritirare personalmente il riconoscimento che il mondo intero le ha tributato, non è solo il Venezuela a essere in pericolo: è l'intero sistema di valori su cui si fonda la convivenza civile internazionale.

L'ECLISSI DEI DIRITTI FONDAMENTALI

Il Venezuela di Nicolás Maduro ha raggiunto, in questi giorni di dicembre 2025, un punto di non ritorno nella sistematica violazione dei principi cardine del diritto internazionale. Gli eventi che si sono susseguiti - dal sequestro del passaporto al Cardinale Baltazar Porras all'impossibilità per María Corina Machado di ritirare personalmente il Premio Nobel per la Pace, fino al sequestro della petroliera Skipper nelle acque internazionali - delineano un quadro di crescente isolamento che trascende i confini nazionali per investire l'intera architettura dei diritti Riflessioni giuridiche sulla crisi dei principi fondamentali del diritto internazionale universali.

Il rapporto di Human Rights Watch per il 2025 documenta come "le autorità abbiano intensificato la repressione contro i difensori dei diritti umani e i membri dell'opposizione, mediante detenzioni, inabilitazioni e un inasprimento delle restrizioni allo spazio civico", registrando più di 592 aggressioni nel primo semestre del 2024, un incremento del 92% rispetto al medesimo periodo del 2023. La gravità della situazione emerge con particolare chiarezza nell'episodio che ha coinvolto il Cardinale Porras. Il 10 dicembre 2025, mentre il mondo celebrava la Giornata Internazionale dei Diritti Umani, il porporato è stato fermato all'aeroporto internazionale di Maiquetía mentre si apprestava a partire per Madrid per adempiere a impegni ecclesiastici ufficiali. Il passaporto venezuelano è stato annullato sul posto e, per normativa interna, le autorità hanno impedito che viaggiasse con il suo passaporto vaticano LA COMUNITÀ ITALIANA: UNA PREOCCUPAZIONE PARTICOLARE In questo contesto di crescente repressione, desta particolare preoccupazione la condizione della numerosa comunità italiana presente in Venezuela. Sono circa 160.000 i connazionali registrati nei due Consolati italiani in Venezuela (Caracas e Maracaibo), la maggior parte dei quali in possesso anche della cittadinanza venezuelana; inoltre si stima che siano più di un milione e mezzo i venezuelani con ascendenza italiana Gli italianos censados por el consulado en Venezuela son alrededor de 130.000, lo que sigue colocando a Venezuela como el país con la tercera comunidad italiana en toda América Latina luego de Argentina y Brasil. Questa comunità, che ha contribuito significativamente allo sviluppo del paese sudamericano, si trova oggi esposta alle conseguenze di un regime che ha sistematicamente eroso le garanzie fondamentali dello Stato di diritto. La comunità italiana ha lanciato un appello all'Ambasciatore Giovanni Umberto De Vito affinché interceda presso la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il Ministro Antonio Tajani per "riattivare l'aiuto alimentare, sociale e medico-sanitario, convertendolo in un vero piano di aiuto umanitario agli italiani residenti in Venezuela, urgente, deciso e di magnitudine proporzionale alla grave situazione che attraversiamo" IL DIRITTO INTERNAZIONALE VIOLATO Dal punto di vista giuridico, gli eventi venezuelani configurano una serie di violazioni sistematiche che meritano un'analisi approfondita alla luce dei principi consolidati del diritto internazionale. Le Immunità Diplomatiche e Religiose Il trattamento riservato al Cardinale Porras viola palesemente i principi consolidati del diritto internazionale in materia di immunità diplomatiche. L'art. 10 della Costituzione italiana stabilisce che "l'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute", principio che trova applicazione anche nelle relazioni con la Santa Sede e i suoi rappresentanti di alto rango. Il diritto internazionale consuetudinario riconosce uno status particolare ai rappresentanti religiosi di alto rango, specialmente quando viaggiano per missioni ufficiali. La violazione di tale principio da parte del regime venezuelano rappresenta un precedente pericoloso che mina le fondamenta stesse della diplomazia internazionale. I Diritti Umani Fondamentali L'art. 2 del Testo unico sull'immigrazione stabilisce che "allo straniero comunque presente alla frontiera o nel territorio dello Stato sono riconosciuti i diritti fondamentali della persona umana previsti dalle norme di diritto interno, dalle convenzioni internazionali in vigore e dai principi di diritto internazionale generalmente riconosciuti". Questo principio, universalmente riconosciuto, è stato sistematicamente violato dal regime di Maduro.

La Missione di Determinazione dei Fatti del Venezuela delle Nazioni Unite ha confermato che "il Governo del Venezuela continua a portare avanti azioni che costituiscono il crimine di lesa umanità di persecuzione politica, commesso in relazione ai delitti di incarceramento o privazione grave della libertà fisica".

MARÍA CORINA MACHADO: IL SIMBOLO DELLA RESISTENZA DEMOCRATICA

Il paradosso venezuelano raggiunge il suo apice con la vicenda di María Corina Machado, insignita del Premio Nobel per la Pace 2025 "per il suo instancabile lavoro nel promuovere i diritti democratici per il popolo del Venezuela e per la sua lotta per ottenere una transizione giusta e pacifica dalla dittatura alla democrazia".

Il 10 dicembre, sua figlia Ana Corina Sosa ha dovuto ritirare il premio al posto della madre durante la cerimonia di Oslo, poiché Machado non è riuscita ad arrivare in tempo per la cerimonia a causa delle restrizioni imposte dal regime.

Il Programa Venezolano de Educación-Acción en Derechos Humanos (PROVEA) ha documentato come "dopo gli affrettati e opachi annunci del CNE che dichiararono vincitore Nicolás Maduro, fu chiaro il sequestro della volontà popolare che poi fu schiacciata mediante la repressione esercitata verso le massicce proteste realizzate a livello nazionale esigendo trasparenza e verità elettorale".

L'ESCALATION NELLE ACQUE INTERNAZIONALI

L'11 dicembre 2025, l'amministrazione Trump ha compiuto un'azione senza precedenti: le forze statunitensi hanno sequestrato una petroliera al largo delle coste venezuelane, in quella che rappresenta una netta escalation nella campagna di pressione di Washington contro il governo di Nicolás Maduro.

La nave, denominata Skipper, è una petroliera di vent'anni che era stata sanzionata dal Tesoro americano nel 2022 per il suo coinvolgimento in una rete di contrabbando petrolifero che generava entrate per Hezbollah e il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche-Forza Quds.

Dal punto di vista del diritto internazionale, questa operazione solleva questioni complesse relative al diritto del mare e alla sovranità territoriale. Il governo venezuelano ha denunciato il sequestro come "un atto di pirateria internazionale", mentre María Corina Machado ha espresso il suo sostegno al sequestro americano della petroliera, definendolo "un passo molto necessario" per confrontarsi con il regime "criminale" di Maduro.

LA DIMENSIONE INTERNAZIONALE DELLA CRISI

La Missione Internazionale Indipendente di Determinazione dei Fatti sulla Repubblica Bolivariana del Venezuela ha avvertito che "il Governo del Venezuela ha intensificato drammaticamente i suoi sforzi per schiacciare ogni opposizione pacifica al suo mandato, immergendo la nazione in una delle crisi dei diritti umani più gravi della storia recente".

Il 2024 ha segnato "un periodo di approfondimento della chiusura dello spazio civico in Venezuela, configurandosi come un contesto di estrema avversità per le organizzazioni della società civile (OSC), le vittime di violazioni dei diritti umani e persino il lavoro dei meccanismi internazionali di protezione".

La Commissione Interamericana dei Diritti Umani (CIDH) ha denunciato "l'intensificazione della repressione nel paese sudamericano dalle elezioni presidenziali di luglio 2024", qualificando le pratiche repressive del regime venezuelano come "terrorismo di Stato".

IL QUADRO NORMATIVO INTERNAZIONALE

L'analisi giuridica della situazione venezuelana deve necessariamente fondarsi sui principi consolidati del diritto internazionale dei diritti umani. La Direttiva UE 2024/1760 identifica tra i diritti fondamentali "il diritto alla vita", "il divieto di tortura e di trattamento crudele, inumano o degradante", "il diritto alla libertà e alla sicurezza" e "il divieto di interferenze arbitrarie o illegittime nella vita privata", tutti sistematicamente violati dal regime di Maduro.

L'art. 11 della Costituzione italiana stabilisce che "l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo".

LE PROSPETTIVE FUTURE

"I diritti umani in Venezuela non sono migliorati durante il 2024. Tutto il contrario. Migliaia di detenzioni per motivi politici, repressione, nuovi esiliati, riduzione dello spazio civico e persecuzione degli attivisti per i diritti umani fanno sì che Nicolás Maduro reprovi questa materia, anno dopo anno, durante il suo governo".

Il Comitato Nobel ha utilizzato la cerimonia di premiazione per lanciare un appello diretto: il presidente Jørgen Watne Frydnes ha esortato Maduro a dimettersi, avendo perso le elezioni dello scorso anno contro l'alleato di Machado, Edmundo González, dichiarando "Che una nuova era abbia inizio".

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

Il Venezuela di Maduro rappresenta oggi uno dei casi più emblematici di come un regime autoritario possa sistematicamente violare i principi fondamentali del diritto internazionale. Il sequestro del passaporto a un Cardinale della Chiesa Cattolica, l'impossibilità per un Premio Nobel per la Pace di ritirare personalmente il riconoscimento, e l'escalation militare nelle acque internazionali delineano un quadro di crescente isolamento internazionale.

La comunità italiana in Venezuela, forte di oltre 160.000 connazionali registrati e di più di un milione e mezzo di venezuelani con ascendenza italiana, si trova oggi esposta alle conseguenze di un regime che ha ormai abbandonato ogni pretesa di rispetto per il diritto internazionale. La loro condizione richiede un'attenzione particolare da parte delle istituzioni italiane ed europee, non solo per ragioni di solidarietà umana, ma anche per l'obbligo giuridico di proteggere i propri cittadini all'estero.

Dal punto di vista giuridico, questi eventi configurano violazioni multiple e sistematiche: dalle immunità diplomatiche ai diritti umani fondamentali, dalla libertà religiosa alla sovranità territoriale.

La comunità internazionale si trova di fronte a un regime che ha ormai abbandonato ogni pretesa di rispetto per il diritto internazionale.

María Corina Machado riceve il Premio Nobel per la Pace "prima di tutto per i suoi sforzi per far avanzare la democrazia in Venezuela", ma il suo riconoscimento assume oggi un significato che trascende i confini nazionali: rappresenta la resistenza di un popolo intero contro l'autoritarismo e la difesa dei valori democratici universali.

Il caso venezuelano ci ricorda che i diritti umani e il diritto internazionale non sono conquiste definitive, ma patrimoni fragili che richiedono una vigilanza costante. Quando un Cardinale non può viaggiare per la sua missione pastorale e un Premio Nobel per la Pace non può ritirare personalmente il riconoscimento, non è solo il Venezuela a essere in pericolo: è l'intero sistema di valori su cui si fonda la convivenza civile internazionale.

La strada verso la democrazia in Venezuela appare ancora lunga e tortuosa, ma la determinazione di figure come il Cardinale Porras e María Corina Machado dimostra che la speranza non è morta. Il diritto internazionale, pur violato e calpestato, rimane il faro che può guidare il popolo venezuelano verso un futuro di libertà e giustizia.

In questo momento storico, la responsabilità della comunità internazionale è quella di non voltare lo sguardo altrove, ma di continuare a denunciare le violazioni, sostenere le vittime e mantenere viva la fiamma della speranza democratica. Solo così potremo onorare il sacrificio di coloro che, come María Corina Machado, hanno dedicato la loro vita alla causa della libertà e della dignità umana.


L'autore è avvocato del Foro di Torino, specializzato in diritto internazionale e diritti umani. Le opinioni espresse sono personali e non riflettono necessariamente quelle del Foro di appartenenza.

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Data: 12/12/2025 08:51:00
Autore: Erik Stefano Carlo Bodda