Gli errori giudiziari nel sistema penalistico italiano
Gli errori giudiziari sono una ferita aperta del nostro sistema giuridico che inficia la credibilità stessa delle istituzioni.
Lo scrivente si è riproposto di analizzare quali possano essere le cause e quali siano gli eventuali rimedi.
La nostra Costituzione parla chiaramente:
- l' art. 24 garantisce la difesa come diritto inviolabile di ogni cittadino
- l'art. 27 inneggia alla presunzione di innocenza ("innocente sino a prova contraria")
- l'ar. 111 cost. (riformato dalla l.cost del '99) sottolinea la parità delle armi come elemento fondamentale del procedimento e narra alcune linee guida da seguire per formare il c.d. giusto processo.
Eppure capita, ed è capitato, svariate volte nel nostro ordinamento, che persone innocenti subiscano ingiustamente un processo e vengano perfino condannate ad anni di ingiusta detenzione.
E' opportuno sottolineare sin da subito che questi errori rappresentano la patologia più grande del nostro sistema e che causano non solo una lesione dei diritti umani ma anche un enorme peso alle tasche dei contribuenti oltre a fare perdere fiducia nella sacra macchina della giustizia.
Quadro normativo
L'errore è parte della natura umana, pertanto il legislatore ha previsto strumenti per rimediare a tali situazioni.
Le tre principali norme di riferimento sono:
- Revisione del processo (artt. 629 e segg. c.p.p.), possibile se emergessero nuove prove decisive, anche se il processo si fosse già concluso.
- Risarcimento per ingiusta detenzione (art 314 c.p.p.) [anche in caso di detenzione breve o cautelare]
- Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo che rafforza a livello sovranazionale la tutela per chi abbia subito errori giudiziari e il diritto ad un'equa riparazione (ad esempio art. 3 prot. 7)
Il problema è che tali strumenti operano solo ex post ovvero in un secondo momento rispetto all'errore.
L'obiettivo vero e proprio di un sistema giuridico moderno dovrebbe essere la prevenzione stessa, limitare al minimo il numero di errori nella fase di indagine e giudizio.
Cause principali
Sicuramente per prevenire bisogna comprendere in maniera lineare e precisa le cause e i motivi per cui avvengono questi errori.
è opportuno prima di fare un discorso complessivo sulle effettive motivazioni della loro esistenza sottolineare che come già detto prima, non siamo macchine e può capitare di sbagliare ma l'analisi delle motivazioni e la creazione di misure preventive può aiutare a limitare tali errori solo a casi marginali e a renderli meno gravi.
Bisogna comprendere quanto gli errori giudiziari possano fare male al sistema "giustizia" e allo stesso modo quanto possano essere privativi per un essere umano.
Analizzando con cura alcuni errori giudiziari possiamo riassumere le motivazioni degli stessi nelle seguenti:
- Pressione mediatica e sociale : soprattutto nei casi più eclatanti, la stampa e i mass-media ad oggi conducono un processo mediatico a sé stante che tendenzialmente arriva ad un risultato molto prima del processo effettivo.
Questo influisce in via implicita sulle decisioni dei magistrati, per quanto gli stessi possano essere professionali, la loro umanità li rende inesorabilmente vulnerabili alle condizioni esterne. - Indagini Sommarie: spesso l'ansia di trovare un colpevole in tempi relativamente brevi, creata dall'oppressione del nostro sistema giudiziario e dai mass-media sopradescritti, porta al "bias della conferma" ovvero quel bias che porta il soggetto a confermare la tesi accusatoria e ad adattare le prove alla tesi e non a creare una tesi dalle prove, confermando le prime ipotesi accusatorie.
- Rischi della testimonianza: Sebbene spesso le testimonianze, in particolare quelle oculari, siano l'unico mezzo utile per scovare la verità intorno ai casi più complessi è bene ricordare che non si può fondare un processo sulle sole testimonianze.
Le stesse sono state più volte considerate, anche dagli psicologi, inattendibili in quanto i soggetti, soprattutto in condizioni traumatiche, sono soggetti a errori di memoria e a suggestioni esterne , pertanto potrebbero causare alterazioni irreparabili e gravissime al processo .
Altrettanta attenzione bisogna porre alle testimonianze di collaboratori di giustizia/ "pentiti": gli stessi potrebbero portare gli inquirenti verso piste false per vendetta o denaro senza che lo Stato sappia.
- Rischi delle consulenze tecniche: Le perizie svolte dai professionisti a volte sono state prodotte in modo errato o senza aver seguito le linee guida.
Spesso ci si adagia su tecniche obsolete o poco chiare, senza contare le novità introdotte dall'IA che propone analisi tecniche con grandi probabilità di errore.
Mi preme dire che la maggior parte degli errori giudiziari nasce proprio durante la fase tecnica, ad esempio, durante i primi sopralluoghi da parte della polizia scientifica e dei medici legali vi deve essere un rigorissimo rispetto delle norme e prassi previste dalla scienza medica perché se vi si discostassero anche solo una volta inficerebbero tutta l'analisi forense. - Rischi della confessione: Ebbene anche le confessioni sono da valutare puntigliosamente.
Spesso accade che le confessioni vengano fatte con la speranza di sconti di pena o sotto estorsione/minaccia.
Gli stessi psicologi valutano la fragilità psicologica di un individuo come fattore scatenante di una falsa confessione in vista di misure meno oppressive e soprattutto della rapida fine delle indagini, magari molto gravose per un soggetto debole. - Limite strutturale del sistema stesso: Tutte queste valutazioni portano a comprendere che il nostro sistema in generale ha dei limiti, gli stessi sono dovuti al sovraccarico dei tribunali, alla mancanza di personale e soprattutto ai tempi brevi concessi ai procedimenti che queste condizioni portano con sé.
- Limite umano dei soggetti giudicanti: I magistrati sono caratterizzati da qualità non indifferenti ma non possiamo eliminare del tutto il rischio che fattori extra-probatori influenzino i giudici.
In più come già ripetuto più volte e come già menzionato nella consulenza tecnica, è ben possibile che i giudici commettano un errore senza dolo o colpa grave.
*l'ordine utilizzato è totalmente casuale, nessuna motivazione è più importante di un'altra
Dati e casistiche
Per quanto riguarda i dati degli ultimi 4 anni cito l'Unione delle Camere penali Italiane "Gli ultimi 4 anni rispetto alle rilevazioni di questo osservatorio effettuate fino al 2021 rivelano andamenti del tutto irregolari per alcuni distretti tipo Bolzano ove gli indennizzi erano pari a zero ad oggi € 119.652,00, Reggio Calabria dal 2021 (6 milioni circa) ha drasticamente diminuito gli indennizzi (praticamente 4 milioni), Catanzaro dal 2021 al 2024 ha praticamente raddoppiato gli indennizzi. Spiccano quindi nell'anno 2024 per valori superiori al milione di euro i seguenti distretti (in ordine di grandezza decrescente): Palermo € 4.785.080,00; Reggio Calabria € 4.543.327,00; Catanzaro € 4.274.784,00; Roma € 3.498.517,00; Milano € 1.468.538,00; Lecce € 1.049.853,00. Gli altri distretti sono inferiori. Per un totale complessivo di tutti i distretti di € 26,9 milioni di euro. Nel triennio 2022-2024 l'anno più significativo è rappresentato dal 2023 con un totale di € 27,8 milioni di indennizzi per ingiuste detenzioni nel panorama nazionale." (https://www.camerepenali.it/cat/12958/i_numeri_aggiornati_dalla_malagiustizia_.html).
E' chiaro che pensare ad annate con quasi 28 milioni di euro di risarcimento debba far presagire una patologia assai grave del nostro ordinamento.
Una patologia che costa ai contribuenti cifre spropositate e a persone innocenti vite spezzate.
La funzione dello studio vuole arrivare proprio a questo, a fare comprendere quanto sia grave tale patologia del nostro sistema giudiziario e a quanto sia ormai arrivata a dati statistici preoccupanti, dati che in un paese democratico e libero non dovrebbero esistere.
Per quanto riguarda le casistiche, faremmo presto a citare il caso Tortora, in quanto uno dei più noti casi dal punto di vista mediatico e politico ma il caso Gulotta che ha fatto subire a Giuseppe Gulotta 22 anni di ingiusta detenzione per la strage di Alcamo (TR) è sicuramente uno dei più gravi.
Facendo un'analisi il più semplice possibile dei due casi possiamo notare che:
Caso Gulotta
Nel 1976 ad Alcamo Marina, in provincia di Trapani, vengono uccisi due carabinieri nella loro stessa caserma.
Immediatamente la pressione politica ma soprattutto mediatica ha indotto le istituzioni a trovare in brevissimo tempo un colpevole.
Giuseppe Gulotta, allora diciottenne fù indotto a confessare con ore di interrogatori e maltrattamenti, il tutto senza nemmeno la difesa tecnica prevista dalla nostra costituzione.
Non vi erano prove materiali effettive e la prova regina (sebbene fosse stata ritrattata immediatamente) fu la sua confessione.
Condannato all'ergastolo subirà 22 anni di detenzione effettiva (Ridotta in itinere dal giudice).
Nel 2008 un carabiniere confessò di aver fatto parte del gruppo di carabinieri che perpetrò quei maltrattamenti.
Iniziò immediatamente il procedimento di revisione che finirà nel 2012.
Vediamo qua un chiaro esempio delle cause da me illustrate nella scheda precedente: il rischio della confessione e la pressione mediatica.
Risultato complessivo: ventidue anni di carcere per un innocente con altrettanti dieci agli arresti domiciliari e 6,5 milioni di euro di risarcimento riconosciuti dalla Corte di Appello di Reggio Calabria nel 2017.
Caso Enzo Tortora
Il famoso presentatore Enzo Tortora viene arrestato con l'accusa di associazione a delinquere/camorristica e traffico di sostanze stupefacenti.
Il tutto si mosse dopo delle testimonianze e dichiarazioni di pentiti della c.d. Nuova Camorra Organizzata.
Inoltre in un'agendina venne trovato il nome Tortona che agli inquirenti fece pensare a Tortora.
Queste due piste, in un secondo momento rilevatesi non fondate hanno portato alla condanna a 10 anni nel 1985 per poi essere assolto "per non avere commesso il fatto" dalla corte di Appello di Napoli nel 1986, confermata dalla Corte di Cassazione nel 1987.
Il risultato complessivo di questo errore è stata la distruzione della vita di Enzo Tortora che morirà un anno dopo la sentenza di assoluzione dopo un intero anno in cui vide la sua carriera distruggersi e con 13 miliardi di Lire riconosciute come risarcimento da parte dello Stato Italiano (circa 6,5 mln di euro).
Umanamente questo caso ha avuto un costo incalcolabile ed ha segnato la giustizia italiana.
Anche qui notiamo una delle principali causesopracitate di errore giudiziario: il rischio della testimonianza soprattutto se di pentiti o collaboratori di giustizia.
Si potrebbero analizzare molti altri casi (es. Meredith Kercher o Maria Russo) nei quali invece la problematica madre è stata la contaminazione dei rilievi/la poca attendibilità delle prove scientifiche.
*Ad oggi c'è stata, ad esempio, l'eclatante vicenda dell'omicidio di Chiara Poggi (delitto di Garlasco), con le indagini che sono state riaperte pochi mesi fà a causa di errori nelle prove scientifiche.
Non si può non citare anche il caso Bossetti, su cui lo scrivente pubblicò un articolo qualche anno fa, nel quale da anni si discute su possibili errori tecnico-scientifici nelle analisi della prova madre(il dna di ignoto 1) e che se portasse ad una sentenza di assoluzione (attualmente il processo di revisione non è mai stato approvato ma vi sono parecchi punti fragili nella sentenza che potrebbero portare alla fine ad un procedimento di revisione) sconvolgerebbe ulteriormente l'opinione pubblica italiana sulla nostra giustizia.
Rimane ad ogni modo un caso controverso che ha scatenato grossi dubbi sull'attendibilità di determinate prove scientifiche e sui metodi di conservazione delle stesse.
E' stato il primo caso italiano in cui si è utilizzata come unica via accusatoria un dna misto/degradato inoltre è stato anche il primo caso in cui il DNA NUCLEARE E IL DNA MITOCONDRIALE hanno dato risultati discordanti lasciando dubbi e dibattiti scientifici sugli utilizzi in aula.
Profili critici e di riforma
Abbiamo detto sin dall'inizio che dei mezzi di riparazione vi sono ma rimane ben chiaro che gli stessi non sono sufficienti a tutelare i soggetti del nostro stato di diritto.
In primis il processo di revisione rimane molto complesso ed è raro che venga accolto senza forti prove, spesso rimandando di anni la revisione stessa.
In secundis possiamo vedere la prospettiva post-revisione: è vero che vi sarà un risarcimento ma la verità è che il risarcimento in denaro, nella maggior parte dei casi, non è sufficiente a colmare i danni psicologici, fisici e sociali che l'ingiusta detenzione ha causato.
Questa avrà probabilmente distrutto la carriera del soggetto, lo avrà degradato ai margini della società e fatto perdere i maggiori sogni della propria vita, nei peggiori casi avrà anche distrutto la vita familiare e sociale del soggetto , facendo perdere i rapporti con i figli ed il/la proprio/a compagno/a.
Insomma, il danno esistenziale creato, assieme allo stigma sociale e le difficoltà di reinserimento lavorativo sono risultati prodotti dall'errore giudiziario che spesso non sono riparabili in alcun modo.
A questo punto ai lettori sarà chiaro che i profili di riforma siano fondamentali soprattutto da un'ottica di prevenzione piuttosto che di risoluzione del danno.
Pur ritenendo che a questa domanda dovranno rispondere soprattutto gli esperti del settore con più competenza dello scrivente, di seguito si riporta una serie di profili di riforma interessanti che fanno sempre bene ad un sistema giuridico penale:
- Un rafforzamento della qualità delle indagini adattato agli standard internazionali.
- rafforzamento della tutela durante gli arresti ed interrogatori, utilizzo di sistemi di registrazione obbligatori audiovisivi e un costante aumento di tutela nei confronti di soggetti più vulnerabili (già in applicazione da parte delle nostre istituzioni e del legislatore sia in campo civile che penale)
- Un rafforzamento delle competenze dei magistrati ed avvocati nel campo della c.d. psicologia della testimonianza (analisi specifica dei vari ed eventuali bias del ricordo ed introduzione degli stessi da parte dei consulenti tecnici più frequentemente in aula)
- Necessità di riscontri oggettivi per le testimonianze di pentiti e collaboratori di giustizia.
- Snellimento della procedura di revisione soprattutto adattandola alle nuove tecnologie del tempo (es. prova del dna e ri-analisi della stessa)
- Corsi di formazione per magistrati ed avvocati annuali per fare conoscere ogni nuova tecnologia disponibile in campo forense e permettere agli stessi di applicare la massima innovazione nel campo della istruzione.
- Riduzione della pressione mediatica attraverso norme più severe in tema di segreto istruttorio e norme più rigorose anche per la comunicazione giudiziaria, eliminare la possibilità che si crei una spettacolarizzazione del processo prima ancora che vi sia stato.
- in conclusione, strumenti più adatti al risarcimento del danno, cifre adattate agli standard internazionali (già presente grazie alla CEDU), tentativi di riparazioni in forma specifica dove possibile.
Conclusioni
La speranza è che da questo scritto sia emerso chiaramente come l'errore giudiziario sia una patologia del nostro sistema giudiziario ormai ben più diffusa di quello che si pensa.
Esso rappresenta una sconfitta non solo per il singolo innocente ma per l'intera società, è la sconfitta della legge e della democrazia e qualunque soggetto che abbia a cuore il buon funzionamento del nostro sistema giuridico e per di più della nostra democrazia, dovrebbe curarsi il più possibile nel proprio piccolo di evitare qualunque via che possa condurre a tale risultato.
Si tratta della patologia più complessa e dolorosa che un sistema possa avere, una patologia che rischia di distruggere la credibilità di un intera istituzione che in realtà funziona in maniera impeccabile ed in cui lavorano grandi professionisti.
Studiare tale problematica, investire in programmi di innovazione e preoccuparsi di sviluppare tecniche di giudizio il più moderne possibili, significa investire nella credibilità della giustizia, nella credibilità del lavoro, significa investire nella democraticità del paese.
Matteo Indemini Tardy
Studente presso
Dipartimento di Giurisprudenza
Università degli studi di Torino
Data: 28/09/2025 06:00:00Autore: Matteo Indemini Tardy