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Chip sottopelle al posto del badge: l'ultima frontiera del controllo dei lavoratori

Il dispositivo è stato applicato in Belgio e l'iniziativa fa discutere


di Marina Crisafi - Chip sottopelle al posto del tesserino per aprire le porte o accedere ad un computer. Sono solo alcuni dei "vantaggi" per i lavoratori che hanno accettato di farsi impiantare il dispositivo in Belgio. L'iniziativa, come riporta il quotidiano francese Le Soir, è partita da un'azienda di marketing digitale belga, la Newfusion e sta facendo discutere tutto il web (e non solo), tra chi la approva come ultima frontiera della tecnologia e chi invece vi vede un'arma di controllo totale sui lavoratori. Per non parlare delle questioni etiche e di privacy sottese all'uso del corpo umano come dispositivo o ai rischi per la salute.

Ma aldilà delle polemiche e del caso specifico, il fenomeno è in piena crescita.

30-50mila persone con chip sottopelle

Secondo le stime, sarebbero 30-50mila le persone che hanno installato un chip sottocutaneo a livello mondiale.

Il dispositivo elettronico (brevettato dallo scienziato britannico Warwick alla fine degli anni '90), lungo pochi millimetri e iniettato nei tessuti grassi, consente di "taggare" l'individuo (attraverso le radiofrequenze, come quelle utilizzate dagli smartphone), effettuando il suo riconoscimento e consentendogli così di entrare in un luogo (dall'abitazione all'ufficio al parcheggio), di accedere ad un pc, ecc. In futuro, tale tecnologia potrebbe avere anche applicazioni mediche.

Il caso del Belgio

Già sperimentato da anni in alcuni stati degli Usa, il chip ora è approdato in terra europea e sta facendo discutere. A fare da pioniere è la società belga di marketing digitale Newfusion che ha fatto impiantare ad alcuni dipendenti il microprocessore con funzione di badge, per consentire loro di aprire le porte dell'ufficio e accedere al proprio pc. Il dispositivo ha la grandezza di un chicco di riso ed è stato collocato sulla mano (tra il pollice e l'indice) di 8 volontari. "Nessuno è obbligato – ha spiegato infatti il direttore dell'azienda Vincent Nys in un'intervista televisiva con la Vrt, raccontando che l'idea è nata proprio da un dipendente che dimenticava spesso il tesserino. La nuova tecnologia dispone anche di una memoria per inserire i contatti e i biglietti da visita (che potranno poi essere inviati ad altri dispositivi, come lo smartphone). Chi non intende sottoporsi all'innesto, ha sottolineato Nys, potrà optare per un anello avente le medesime funzioni.

Data: 07/02/2017 18:20:00
Autore: Marina Crisafi