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Revoca del porto di pistola per difesa personale: cosa fare

Il decreto del Questore che dispone la revoca della licenza


Avv. Francesco Pandolfi - Non è proprio una bella notizia quando il Questore decreta la revoca della licenza di porto di pistola per difesa personale. Solitamente questo provvedimento viene agganciato ad una serie di valutazioni amministrative.


Vediamole e, di pari passo, diamo un'occhiata al "cosa fare".


La prima considerazione



L'occhio acuto della questura è rivolto alla storia dell'interessato, come risulta dagli atti dell'Ufficio.

Facciamo qualche esempio.

Emerge che Tizio è titolare magari di licenza di porto di pistola per difesa personale da qualche anno, nonché di licenza di porto d'armi uso tiro a volo da un anno.

A queste considerazioni preliminari seguono quelle che danno conto dell'esame degli atti dopo che si è verificato un certo fatto (importante ed interessante per l'autorità a fini valutativi).

L'esempio può essere questo: i Carabinieri hanno effettuato un sequestro dell'arma e dei titoli in materia di armi posseduti al momento dalla persona, a seguito del tentativo di un insano gesto da parte dell'interessato.


Andiamo al secondo step



Altra considerazione che fa la questura è quella attinente alla memoria difensiva eventualmente presentata dal soggetto o dal suo avvocato.

Qui bisogna stare attenti.

Il passaggio è delicato in quanto se la memoria difensiva non offre spunti concreti che si rivelano utili a definire in modo diverso il procedimento amministrativo già instaurato, gli argomenti vengono respinti.

La questura cerca una sola cosa: vuole essere rassicurata. Se non vede questo elemento, la questione rimane incagliata.
Il pensiero fisso è la tutela preventiva della sicurezza pubblica e dell'incolumità dei cittadini.

Quindi, la raccomandazione è di riporre la massima cura nel redigere le memorie difensive.


Il terzo ulteriore passaggio



Nel caso la Prefettura abbia emesso a carico del soggetto un divieto di detenzione armi, munizioni e materie esplodenti (significa che si è convinta che l'interessato non offre più le rigorose garanzie di affidabilità), questa considerazione viene inserita nel provvedimento di revoca.


Quarto step



La questura spiega in base a quali norme sta motivando il proprio decreto di revoca (T.U.L.P.S.) e la necessità di assicurare la tutela preventiva della sicurezza pubblica.


Il decreto



L'iter seguito dall'autorità sfocia nel decreto: "le licenze, per i motivi di cui in premessa, sono revocate".


In pratica, in casi simili


Esaurita la fase della notificazione del decreto di revoca, è possibile (e consigliabile) presentare ricorso gerarchico al Prefetto nel termine di 30 giorni dalla notifica, ovvero ricorso al Tar entro 60 giorni.

Il consiglio, come sempre, è di non restare con le mani in mano e ricorrere.


Altre informazioni su questo argomento?

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Data: 01/10/2016 15:00:00
Autore: Avv. Francesco Pandolfi