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Bollettino “fatale” per una donna che scivola sulle scale d'ingresso dell'ufficio postale. Ma la Cassazione condanna Poste Italiane al risarcimento

Con la sentenza in commento (n. 25935 del 9 dicembre 2014) la Corte di Cassazione è tornata ad esprimersi in materia di responsabilità per custodia ex art. 2051 c.c.


Marina Crisafi - Con la sentenzain commento (n. 25935 del 9 dicembre2014) la Corte di Cassazione ètornata ad esprimersi in materia di responsabilitàper custodia ex art. 2051 c.c. dando ragione ad una donna che chiamava incausa Poste Italiane per ottenere il risarcimento dei danni subiti a seguito dellacaduta sulla scalinata d'ingresso dell'ufficiopostale, dove si era recata per effettuare un versamento.

Rigettando lemotivazioni della società, la sesta sezione civile della Cassazione ha consideratoconforme alla giurisprudenza consolidata la decisione della Corte d'Appello di Venezia,la quale ha ritenuto provato “il nessocausale tra la cosa in custodia e il danno, per essere stata la caduta laconseguenza normale della particolare usura dei gradini”.

Secondo la Corte,in particolare, acclarato, sulla scorta delle testimonianze e della consulenzatecnica, che la scala “nella partecentrale normalmente usata per l'accesso all'ufficio era usurata per esserevenuta meno col tempo la bocciardatura e la zigrinatura”, era compito del custode “ripristinare i dispositiviantisdrucciolo usurati e segnalare il pericolo nei giorni di pioggia”.

Prendendo ledistanze dalle argomentazioni della decisione di primo grado, la Corte dimerito ha correttamente escluso, ha affermato la Cassazione che “il sinistro fosse imputabile all'attriceper mancanza di diligenza per non aver la danneggiata utilizzato la partelaterale con i corrimano e per non aver considerato come avrebbe dovuto lascivolosità e l'usura dei gradini”.

Pertanto,ritenendo non integrata la prova delfortuito, la S.C. ha rigettato il ricorso condannando Poste Italiane ancheal pagamento delle spese processuali.

Data: 13/12/2014 09:37:00
Autore: Marina Crisafi