Cassazione: i compensi pattuiti con l'avvocato per un parere pro veritate non si possono rimettere in discussione
I compensi per i pareri pro veritate restano vincolati all'accordo con il cliente
Lo afferma la Corte di Cassazione (Sentenza 21 novembre 2014 n. 24860) chiarendo che se c'è stata una specifica trattazione con il cliente diventa insignificante ogni successiva discussione sul mancato rispetto dei minimi tariffari.
La caratteristica di un parere pro veritate infatti è proprio quello di perseguire l'interesse della verità.
L'avvocato, nel redigerlo, dovrà quindi tenere conto sia delle prospettazioni favorevoli al cliente che di quelle contrarie mantenendo dunque una visione obiettiva e non di parte.
Al di là di quello che può essere l'esito di un parere e delle eventuali difficoltà riscontrate quando l'avvocato infettano raggiunto un accordo sul compenso questo deve considerarsi vincolante.
Autore: A.V.