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Sicurezza alimentare: 35 kg di pesce congelati male valgono la condanna del pescivendolo. Inverosimile l'uso familiare



35 kgdi pesce sonodavvero troppi per un uso familiare, per cui il pessimo stato di conservazione e il congelamento abusivo valgono lacondanna del titolare di una pescheriaper violazione dell'art. 5 del Testo unico sulla sicurezza alimentare.

Lo ha affermato la terza sezione penaledella Corte di Cassazione, nellasentenza n. 45918 del 6 novembre 2014,dando ragione ai giudici di merito, che non avevano creduto neanche per unmomento alla tesi della difesa, impegnata nel disperato tentativo di convincereil tribunale di Trani che il congelatore all'interno del quale erano statirinvenuti i 35 kg di prodotti ittici era destinato alla conservazione del pescefresco invenduto, utilizzato per il consumo dell'imputato e dei suoi piùstretti parenti. Ma, secondo il tribunale un quantitativo del genere è del tutto incompatibile con un consumo privato,salvo ipotizzare “l'esistenzadi un ambito familiare talmente vasto da rendere configurabile una vera epropria distribuzione per il consumo”, attività peraltro ugualmente ed espressamente punita dalla stessadisposizione incriminatrice.

È evidente dunque, considerato tra l'altro il dato pacifico e noncontestato dal ricorrente dell'esistenza di un unico frigorifero funzionante all'internodella pescheria, che il pesce eradestinato alla vendita. Per cui la Cassazione ha confermato l'iter logico seguitodal giudice di merito, confermando lacondanna del pescivendolo alla pena dell'ammenda per il reato di cui all'art.5, lett. b), della l. n. 283 del 1962.

Data: 12/11/2014 10:30:00
Autore: Marina Crisafi