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Commette tentata estorsione l'ex coniuge che pretende con minacce la disponibilità della casa coniugale

L'astio fra ex può diventare reato quando toni e modi usati si fanno troppo accesi.


L'astio fraexpuò diventare reato quando toni e modi usati si fanno troppo accesi.

Così, èaccaduto che i Giudici della sezione feriale della Corte di Cassazione, con lasentenza n. 38559/2014 depositata lo scorso 19 settembre, hanno configurato ildelitto di estorsione (art. 629 c.p.) in capo ad un uomo che a mezzo sms aveva minacciosamente intimato alla ex moglie di lasciargli la disponibilità della casa coniugale.

Condannato in primo grado nel 2009 dal Tribunale di Milano per tentata estorsione eingiuria, l'uomo ricorreva in Cassazione eccependo l'inutilizzabilità delletrascrizioni dei messaggi telefonici (perché avvenute ad opera di personatitolare di un interesse contrapposto – la ex moglie) e, in definitiva, cercando di far derubricare la sua condotta per ricondurla nell'alveo del reato di esercizio arbitrariodelle proprie ragioni. Ma i Supremi Giudici hanno ritenuto infondati i motividi ricorso – sia per quanto riguarda l'inutilizzabilità delle trascrizioni (chedoveva essere specificamente provata dal ricorrente), sia, soprattutto, per quelche attiene alla pretesa buona fede dell'imputato riguardo alla spettanza dellacasa coniugale (l'elemento psicologico costitutivo del reato di esercizio arbitrario delle ragioni).

In relazione a quest'ultimo punto, infatti, gli Ermellini hannorilevato che le reiterate minacce di morte alla donna, al padre e al nuovoconvivente della stessa, avevano tutte l'obiettivodi «distruggere moralmente e psicologicamente la vittima», per indurre questa cedere “undiritto” che il condannato sapeva bene di non poter rivendicare dinanzi alla autorità giudiziaria.

Data: 15/10/2014 17:00:00
Autore: Mara M.