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Reato continuato: si configura in presenza di un'identità del disegno criminoso



L'unicità dei disegno criminoso,presupposto indefettibile per la configurabilità della continuazione fra più reati, richiede sotto il profilo soggettivola rappresentazione dei singoli episodi criminosi, individuati almeno nelleloro linee essenziali sin dall'inizio dell'attività illecita, nel senso chel'autore deve avere già previsto edeliberato in origine ed in via generale l'"iter" criminoso dapercorrere ed i singoli reatiattraverso i quali attuarlo, che nella loro oggettività si devonopresentare compatibili giuridicamente e posti in essere in un contestotemporale di successione o contemporaneità”.

Loha affermato la prima sezione penale della Corte di Cassazione, con sentenza n.33803 del 30 luglio scorso, in una vicenda inerente l'applicazione delladisciplina del reato continuato ex art.671 c.p.p., nei confronti dell'imputato di reati di furto e tentato furtoaggravati. La Corte d'Assise di Roma, in funzione di giudice dell'esecuzione, rigettava l'istanza volta ad ottenere l'applicazionedella disciplina de qua, fondando ilprovvedimento sulla rilevata assenza della contiguità spaziale e temporale trai reati, reputando insufficiente la circostanza relativa all'identità ditipologia dei delitti oggetto di condanna. L'imputatoricorreva per Cassazione, dolendosi della mancata considerazione di elementisignificativi desumibili dalla motivazione delle diverse sentenze di condanna,quali l'omogeneità dei reati commessi nella medesima località e la contiguitàtemporale tra alcuni di essi.

Gli Ermellini hanno accolto il ricorso, affermando, in particolare,che, ai fini della configurabilità del reato continuato, resta escluso che “l'unicitàdi disegno criminoso possa identificarsi con l'abitualità criminosa o conscelte di vita ispirate alla continua violazione delle norme penali, così come,sul fronte opposto, non può nemmeno pretendersi che tutti i singoli reati sianostati in dettaglio progettati e previsti nelle varie occasioni temporali enelle modalità specifiche di commissione delle loro azioni, atteso che la disciplina normativa richiedeidentità del "disegno" criminoso, ossia che i singoli reati sianomezzo per il conseguimento di un unicointento, sufficientemente specifico e rintracciabile sin dalla commissionedel primo di essi”.

L'analisi va effettuata dalgiudice di merito, il cui apprezzamento èincensurabile in sede di legittimità laddove congruamente motivato, sulla basedella “pluralità di indici sintomatici,rivelatori dell'ideazione e della determinazione volitiva unitaria” (quali, adesempio: la prossimità temporale di commissione, l'omogeneità delle condottesotto il profilo oggettivo, le circostanze concrete di tempo e luogodell'azione, il bene giuridico leso, le finalità perseguite, ecc.), i quali, hasottolineato la Cassazione, non ènecessario che ricorrano contemporaneamente,potendo assumere valore significativo anche la ricorrenza di uno o piùdi essi”, atteso che maggiore è il novero degli elementi indicativi,maggiore sarà la possibilità di riconoscere la continuazione.

Sullabase di questi rilievi, ritenendo la motivazione avulsa dalle risultanze processuali e fondata suargomentazioni generiche assertive, la S.C. ha annullato l'ordinanza impugnata rinviando per nuovo esame dell'istanzadel ricorrente alla Corte d'Assise di Roma.

Data: 23/08/2014 12:00:00
Autore: Marina Crisafi