Incidenti stradali e sfida del pericolo in adolescenza. Quando le norme e le sanzioni non bastano
Di Laura Tirloni - L'incidentestradale rappresenta la prima causa di morte nei giovani tra i 15 e i24 anni. Le contromisure messe in gioco dal codice della strada hannosicuramente fatto diminuire il numero di vittime fra gli adulti,mentre l'incidenza tra i giovani è rimasta pressoché invariata.
Ciòdimostra come l'adolescenza sia da considerarsi essastessa un fattore predisponente al rischio di incidente. Sembrerebbe emergere l'esistenza, in età adolescenziale, di un'adeguatapercezionedei pericoli della strada, che tuttavia tende ad essere 'neutralizzata'dal senso di onnipotenza e dalla sopravvalutazione delle capacità di controllo del giovane, che lo portano a ritenersi quasiinvulnerabile al pericolo.
A ciò va ad aggiungersi la tipicafragilità narcisistica dell'adolescente, che lo spinge a mettere inatto comportamenti trasgressivi allo scopo di esorcizzare le ansie einsicurezze sottostanti.Da alcuni studi sui fattori psicodinamici che entrano in gioco nelrischio di incidenti, si è giunti alla conclusione chetendenzialmente i giovani coinvolti in uno o più incidentiprovengono da famiglie che hanno subito maggiori traumi (decessi,incidenti), vivono conflitti familiari, ripetuti fallimentiscolastici, delusioni sentimentali e mostrano un approccionegativistico alla vita. Tendono, inoltre, a sopravvalutare la loroautonomia e appaiono sovraeccitati, verosimilmente per sfuggire asottostanti vissuti depressivi. Inquest'ottica, l'incidente stradale esprimerebbe una sorta di'passaggio all'atto' di problematiche e sofferenze psicologiche chenon si è in grado di gestire.
Data: 02/07/2014 12:00:00Autore: Laura Tirloni