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C'e' ancora posto per il dissenso all'interno dei gruppi?



Di Laura Tirloni - Psicologa clinica

tirloni.laura@hsr.it

Ogni giorno, in ogniparte del Mondo, nelle sale riunioni aziendali, nelle assembleecomunali delle città, nelle scuole, nei Governi, le persone siriuniscono in gruppi per discutere su varie questioni e prenderedelle decisioni. Più spesso di quel che si possa credere, molte diqueste si rivelano infelici: le aziende falliscono, i governi si muovono in direzioni sbagliate (e mai come oggi questo è così attuale!) e le persone soffrono. Perché allora i governi talvolta,prendono decisioni così infruttuose per la comunità? Ingenerale ciò può avvenire per svariati motivi, tra i più frequenti, il cosiddetto 'pensiero di gruppo', dove per quest'ultimo siintende un'unità decisamente più complessa della sommadei pensieri dei singoli individui. Comprendere come siformi un pensiero di gruppo e quali siano i meccanismi alla sua base, può essere utile per intervenire erendere il processo decisionale più efficace, in funzione di unabuona gestione della società.

Il pensiero di gruppodi solito si forma sulla base di affinità di valori tra i suoimembri. I gruppi sono il più delle volte costituiti da individui chesi apprezzano, che si pongono in modo simile rispetto ad alcune questioni della vita, che si rispettano e via dicendo. E'per questo motivo che quando si cerca di prendere una decisione,qualsiasi idea contraria che interferisca con il consenso generale,rischia di venire automaticamente rifiutata e svalutata. Il portatoredi un dissenso corre a sua volta il rischio di venire isolato e dimettere a repentaglio le sue relazioni all'interno del gruppo.

Dagli studi dipsicologia sociale emerge chiaramente che le persone tendonorapidamente ad assumere la posizione di maggioranza e soprattutto,che le possibilialternative, nonché le prove che creano conflitto con la decisionemaggioritaria, vengono ignorate o respinte.(Nemeth e Kwan, 1987).

Benchèil dissenso tenda a venire arginato, esso ha una funzioneindispensabile all'interno del gruppo, ossia quella di avanzare dellecritiche, offrendo al contempo alternative possibili e vigilandosulle conseguenze delle decisioni da prendere. Se si è motivati aprendere una buona decisione, è indispensabile saper accogliere ildissenso e le critiche, piuttosto che respingerle o scoraggiarnel'espressione stessa, come invece spesso accade. Le organizzazioni ele aziende tendono, infatti, ad assumere dipendenti che sanno“adattarsi” (i cosiddetti "sissignore"). La coesione del gruppo è vista come un valore insé, ai fini della produttività. Il disaccordo viene facilmenteinterpretato come un attacco personale o un atteggiamentoirrispettoso. I dissidenti rischiano così di venire espulsi dal gruppo edi diventare sempre più una specie in via di estinzione. Alcontrario, il loro ruolo risulta indispensabile a patto che si impegnino adevitare confronti gratuiti o basati su questioni personali,presentando le opinioni minoritarie in modo onesto, modulato esincero.

La maggioranza, a suavolta, dovrebbe imparare a interpretare il dissenso come unapossibilità in più per diminuire i rischi di una decisione, che puressendo unanime, può essere comunque sbagliata. Ben venga dunque undissenso costruttivo, che si esprima con critiche sincere e opzionialternative, in grado di stimolare il gruppo ad approfondire, ariflettere e, in ultima analisi, a crescere.

Data: 05/04/2014 11:00:00
Autore: Laura Tirloni