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Cassazione: due consulenze tecniche d'ufficio difformi? Il giudice può scegliere a quale aderire ma deve motivare



di Licia Albertazzi - Corte di Cassazione Civile, sezione lavoro, sentenza n. 19572 del 26Agosto 2013.A quali criteri deve ispirarsi il comportamento del giudice afronte di due distinte consulenzetecniche d'ufficio (l'una disposta in primo grado, l'altra in appello)espletate l'una a distanza di tempo dalla prima, dalle conclusioni tra loro incompatibili?La Suprema Corte risponde a tale quesito esaminando il caso in oggetto,relativo ad una richiesta di risarcimento del danno avanzata dagli eredi di unlavoratore, al fine di determinare se il decesso fosse effettivamente riconducibilealla tipologia di lavoro prestata (nella specie, il contatto continuativo con l'amianto).

Una delle consulenzetecniche richieste evidenziava infatti l'esistenza di concausa idonea adinterrompere il nesso causale tra condotta ed evento lesivo; l'altra, alcontrario, la escludeva, rilevando come causa del decesso fosse proprio l'esposizioneal materiale dannoso. Il giudice delmerito nel fondare la propria decisione su una delle due consulenze aveva omesso di specificarecriticamente le motivazioni di tale scelta. Ricorda la Cassazione come laconsulenza tecnica d'ufficio, nel processo civile, non è considerata un mezzodi prova, ma è finalizzata all'acquisizionedi elementi necessari al giudice ad elaborare la decisione finale. L'organogiudicante rimane quindi libero nelle proprie considerazioni, a patto che lasua motivazione sia fondata su un giudizio critico e riporti nello specificogli argomenti posti a sostegno della stessa. Infatti, “qualora nel corso del giudizio di merito vengano espletate piùconsulenze tecniche in tempi diversi con risultati difformi, il giudice puòseguire il parere che ritiene più congruo o discostarsene, dando adeguata e specifica giustificazione delsuo convincimento; in particolare, quando intenda uniformarsi alla secondaconsulenza, non può limitarsi ad una adesione acritica ma deve giustificare la propria preferenza indicando le ragioni percui ritiene di disattendere le conclusioni del primo consulente, salvo chequeste risultino criticamente esaminate dalla nuova relazione e sempre che nonsiano state formulate dalle parti interessate critiche precise e circostanziateal riguardo idonee, se fondate, a condurre a conclusioni diverse da quelleindicate nella consulenza tecnica”. Poiché nel caso in oggetto tale specificitàdi motivazione è assente, la sentenza viene cassata con rinvio.

Data: 04/09/2013 08:30:00
Autore: Licia Albertazzi