Presentato dal Pd il ddl costituzionale che estende il diritto di voto ai 18enni anche per l'elezione dei senatori

di Marina Crisafi - Votare a 18 anni anzichè a 25 anche per il Senato. È questo l'obiettivo del disegno di legge costituzionale (n. 2638) depositato in questi giorni a palazzo Madama. Si tratta di "un provvedimento molto semplice, in un solo articolo, sul quale potrebbe esserci un'ampia convergenza" scrivono in una nota i firmatari, i senatori del Pd, Daniele Borioli e Stefano Esposito.

Su questo tema si è già discusso molto in passato, continuano, "ma tutto è rimasto di fatto congelato in ragione del progetto di riforma costituzionale, poi bocciato dal referendum, che di fatto avrebbe allargato ai diciottenni l'elettorato attivo anche per la seconda camera". Ed ecco che dopo l'esito del referendum

la questione torna di grande attualità. Stabilizzando, "il carattere bicamerale paritario del Parlamento italiano, mantenendo ad entrambi i rami il compito politico di rappresentare la Nazione, fare le leggi, dare o togliere la fiducia al governo - sottolineano i senatori - è perciò del tutto sensato rimuovere quello che oggi appare ormai come un anacronismo privo di senso, che esclude dal diritto di votare per il Senato i cittadini che non abbiano compiuto i 25 anni". Inoltre, spiegano i due firmatari, "includere pienamente nel corpo elettorale attivo tutti i maggiorenni sarebbe un segnale concreto importante verso quell'universo giovanile che manifesta le maggiori difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro". Omogeneizzare le basi elettorali di Camera e Senato - concludono - "potrebbe concorrere ad attenuare una delle patologie che spesso hanno afflitto il sistema istituzionale italiano, minandone la stabilità: quella determinata da diversi, se non contrapposti, equilibri tra maggioranza e opposizioni nei due rami del Parlamento".

Certo, si tratta di una legge costituzionale, e la procedura per la sua approvazione è più complessa di una legge ordinaria. Tuttavia, concorda il presidente del gruppo misto alla Camera, Pino Pisicchio, autore in passato di una proposta analoga, "la riforma può essere fatta veramente in poco tempo. E, francamente, è difficile pensare che qualcuno possa non essere d'accordo".


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