Assolta in secondo grado una coppia che, nel 2008, aveva avuto rapporti dentro una chiesa

di Redazione - Fare sesso in un confessionale non è reato. E' questa la decisione della corte d'appello di Bologna che ha prosciolto nei giorni scorsi una coppia dal reato di atti osceni in luogo pubblico, condannata in primo grado per aver consumato un rapporto sessuale all'interno del confessionale del duomo di Cesena (ebbene sì, accade anche questo!).

La vicenda risale al giugno del 2008 quando i due giovani focosi furono scovati da un'anziana signora mentre, in preda alla passione, stavano consumando un atto sessuale all'interno del confessionale. Subito denunciati per atti osceni in luogo pubblico, i giovani furono condannati in primo grado a tre mesi di reclusione con sospensione della pena. La comunità religiosa, all'epoca dei fatti, si turbò non poco. Immediatamente il confessionale fu "ribattezzato" per scacciare via il peccato, venne fatta una messa di riparazione e nella cattedrale della cittadina romagnola è tornata presto la pace!

Ma la vicenda (almeno quella giudiziaria) non si è arrestata qui.

Il difensore della coppia, l'avvocato Sintucci, ha deciso di proseguire la strada della giustizia per far valere una diversa interpretazione dei fatti: come ha raccontato ai microfoni di Radio Cusano Campus, l'emittente dell'Università Niccolò Cusano, i giovani hanno commesso una grande sciocchezza, questo è ovvio, ma dal punto di vista giuridico la questione era davvero interessante e la lettura fatta in primo grado si prestava ad alcune contestazioni.

Il legale, infatti, ha sostenuto che in realtà il confessionale non può essere considerato un luogo esposto al pubblico: dato che in esso viene esercitato il riservatissimo sacramento della confessione, non può che trattarsi di un luogo per sua natura chiuso e non visibile. Per cui non poteva ritenersi integrato il reato di atti osceni in luogo pubblico.

La tesi ha convinto i giudici visto che la coppia è stata assolta per la "marachella" compiuta.

In ogni caso, si ricorda che oggi il reato di atti osceni in luogo pubblico è stato depenalizzato, con la conseguenza che, a seguito dell'emanazione del decreto legislativo numero 8 del 15 gennaio 2016, l'articolo 527 c.p. non ha più rilevanza penale (salvo che non sia commesso all'interno o nelle immediate vicinanze di luoghi abitualmente frequentati da minori e se da ciò deriva il pericolo che essi vi assistano) e il comportamento in esso contemplato è ora punibile "solo" con una sanzione amministrativa compresa tra 5mila e 30mila euro


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