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Data: 25/01/2010 10:00:00 - Autore: Prof. Gennaro Iasevoli
Per rappresentare gli aspetti psicologici osservabili e nascosti dei fragili mentali e dei “cosiddetti pazzi randagi” devo
esemplificare alcune condotte (modi di comportarsi) dipendenti da tali patologie
psicologiche e psichiatriche, cercando anche di accennare alle differenze correlate alle varie tappe dello sviluppo. Parto col dire
che la fragilità mentale e la sindrome da pazzia di strada possono dipendere da fattori genetici, neo-natali o post-natali:
- le cause genetiche sono diverse e derivano dal danneggiamento del DNA (che
può avvenire per esempio a causa della “tossicità” dei genitori o per altre
malattie e aspetti patologici dei genitori, oggetto della genetica);
- le cause neo-natali sono varie e derivano dal danneggiamento dell'encefalo
(che può avvenire per esempio a causa della “anossia neo-natale” o per altri
accidenti patologici dei periodo neo-natale);
- le cause post-natali sono moltissime, disseminate nelle varie età e non
sempre individuabili. Esse possono riferirsi al:
a) danneggiamento strutturale/biochimico dell'encefalo (che può avvenire
per esempio a causa di malnutrizione, assunzione di tossici di varia natura e
per varie vie, infezioni batteriche, virali, tumorali o traumi meccanici),
b) danneggiamento psichico (dovuto a: rifiuto della propria immagine o del
proprio “sé”, difficoltà di relazione, stress, pressioni psicologiche, paure,
incontri traumatici, condotte e frequentazioni avvilenti, esaltanti o
abominevoli).
Dopo aver dato uno sguardo alle cause, si comprende che i
comportamenti derivanti dalla fragilità mentale e dalla “pazzia di strada”
sono in qualche modo contigui ed omologabili, proprio perché hanno la radice
nelle stesse cause suaccennate.
Ecco gli esempi di riferimento, a partire dall'infanzia:
- i genitori che sono a conoscenza della fragilità mentale di una ragazza di
8 anni evitano di lasciarla sola in casa con un bambino di 3 anni, perché
immaginano che se, per ipotesi, il piccolo tira giù una pentola, la ragazza
non è in grado di portare prima in salvo il bimbo e mettersi rapidamente in
contatto con loro, oppure, con fare resiliente, ricorrere ai vicini di casa
senza perder d'occhio il fratellino;
- un'adolescente quindicenne, affetta da fragilità mentale lieve, non cura
adeguatamente la propria immagine e la propria motricità corporea, pertanto
non riesce a frequentare il liceo, compiendo il tragitto a piedi o in autobus,
senza incorrere in frequenti molestie verbali e non verbali, persino da parte
dei compagni di scuola maleducati od intruppati in branco;
- una giovane donna affetta da fragilità mentale lieve guarda al matrimonio
senza sottilizzare molto nelle scelte, fino ad accettare incoscientemente
situazioni penose o pericolose.
Ecco altri esempi di riferimento, a partire dall'infanzia maschile:
- i genitori che sono a conoscenza della fragilità mentale di un ragazzo di
8 anni evitano di lasciarlo solo in casa con un bambino di 3 anni, perché
immaginano che se, per ipotesi, il piccolo tira giù una pentola, il ragazzo
non è in grado di portare prima in salvo il bimbo e mettersi rapidamente in
contatto con loro, perché preso dall'interesse per il videogioco;
- un adolescente quindicenne, affetto da fragilità mentale lieve, non riesce
a relazionarsi adeguatamente con i coetanei, e non riesce a frequentare il
liceo, compiendo il tragitto a piedi o in autobus, senza incorrere in
frequenti molestie verbali e non verbali, persino da parte dei compagni di
scuola maleducati od intruppati in branco: incorre in continue trappole che
gli vengono tese per saggiare le sue reazioni;
- un giovane uomo affetto da fragilità mentale lieve guarda ai legami
sentimentali con pigrizia e senza sottilizzare nelle scelte, fino ad accettare
incoscientemente situazioni penose o pericolose.
Nell'età adulta avanzata, la fragilità mentale porta
principalmente alla chiusura in se stessi, al disimpegno lavorativo,
all'incostanza, alle fissazioni, alle ossessioni ed alle reazioni esagerate
agli stimoli esterni.
Dalla fragilità mentale alla pazzia di strada (fenomeno dei
pazzi randagi) il passo è breve, perché appena le persone fragili escono da un
contesto familiare accogliente o addirittura ostile od inesistente, cominciano
a vagare per un mondo poco compreso, irto di vaghe sorprese (gli ostacoli non
vengono percepiti come tali o misurati correttamente) ed esperienze che
stimolano la loro reazione standardizzata-premeditata, (generalmente di tipo
infantile, perché correlata al quoziente intellettivo medio-basso).
Da questa sommaria descrizione tipologica-comportamentale si
ricava un concetto di marcata pericolosità individuale e sociale dei soggetti
affetti dai suddetti disturbi psichici.
Queste persone, meritevoli di accoglienza ed affetto, devono
essere curate, nel loro primario interesse, continuamente in maniera
multifattoriale (principalmente con la psicologia e con la psichiatria) e
seguite da parte della famiglia (ove possibile) e da parte dei Sindaci,
attraverso i servizi sociali comunali, che le hanno in “carico” ai sensi del
combinato disposto seguito alla legge Basaglia, come prescrivono le vigenti
norme, fino ai trattamenti temporanei intensivi in reparti ospedalieri
specializzati, con l'intervento del servizio sanitario nazionale.
Ciò perché i fragili mentali hanno una risposta
psichica alle situazioni di contrasto (risposta psichica intesa ad annientare
le fonti di segnali esterni, percepiti, anche se erroneamente, in contrasto
con la loro vita), meno razionale delle persone normali, che si esprime in
azioni “bambinesche” e pericolose. Infatti appena la loro mente fragile
percepisce una fonte del contrasto alla loro volontà, senza regole e senza
guida etica, decidono ed iniziano puerilmente a cancellarla con ogni
mezzo.
Sul piano giuridico, la LEGGE 13 Maggio 1978, n° 180
sulla diagnosi e la cura volontaria o obbligatoria, promossa da
Francesco Basaglia, dopo aver decretato la chiusura dei manicomi, ha stabilito
le norme sul trattamento obbligatorio, e sui servizi di igiene mentale. Il 23
dicembre 1978 è seguita la legge 833/78 che ha istituito il Servizio Sanitario
Nazionale e confermato all'articolo Art. 33, sulle - Norme per gli
accertamenti ed i trattamenti sanitari volontari e obbligatori -, che
<<____· Gli accertamenti ed i trattamenti sanitari obbligatori sono
disposti con provvedimento del sindaco nella sua qualità di autorità
sanitaria, su proposta motivata di un medico. …….· Chiunque può rivolgere al
sindaco richiesta di revoca o di modifica del provvedimento con il quale è
stato disposto o prolungato il trattamento sanitario obbligatorio. Sulle
richieste di revoca o di modifica il sindaco decide entro dieci
giorni___>>, confermando quanto già prescritto dall'Art. 1
della Legge 13 Maggio 1978, n° 180.
Sul piano procedurale non vi sono grandi novità, a conferma
delle già rimarcate responsabilità deontologiche ed amministrative che la
Legge Basaglia ha trasferito in solido ai sindaci, ai servizi sociali ed ai
servizi sanitari territoriali nei confronti dei fragili mentali, e quindi dei
soggetti che verosimilmente sfociano nella pazzia e nel randagismo, in seguito
a particolari evoluzioni endogene della loro patologia.
In pari tempo, le responsabilità in capo alle istituzioni
amministrative, sociali e sanitarie territoriali, comprendono il rispetto
della salute dei terzi danneggiati a seguito delle eventuali omissioni degli
interventi spettanti ai servizi sociali.
I servizi sociali comunali sono tenuti alla prevenzione
sociale a partire dalla eventuale costituzione una rubrica aggiornata
(riservata), con i nomi reperiti preventivamente dai medici di base e dai
servizi sanitari, dei soggetti pericolosi e “randagi”, che sono molto spesso
già largamente riconosciuti dalle “frequenti vittime” cittadine.
Psic.go Gennaro Iasevoli
http://www.giurisprudenza.uniparthenope.it/siti_docenti/SitoDocentiStandard/default.asp?sito=giasevoli
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