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Data: 28/09/2025 06:00:00 - Autore: Matteo Indemini Tardy
Gli errori giudiziari sono una ferita aperta del nostro sistema giuridico che inficia la credibilità stessa delle istituzioni.
Lo scrivente si è riproposto di analizzare quali possano essere le cause e quali siano gli eventuali rimedi. La nostra Costituzione parla chiaramente:
Eppure capita, ed è capitato, svariate volte nel nostro ordinamento, che persone innocenti subiscano ingiustamente un processo e vengano perfino condannate ad anni di ingiusta detenzione. E' opportuno sottolineare sin da subito che questi errori rappresentano la patologia più grande del nostro sistema e che causano non solo una lesione dei diritti umani ma anche un enorme peso alle tasche dei contribuenti oltre a fare perdere fiducia nella sacra macchina della giustizia. Quadro normativoL'errore è parte della natura umana, pertanto il legislatore ha previsto strumenti per rimediare a tali situazioni. Le tre principali norme di riferimento sono:
Il problema è che tali strumenti operano solo ex post ovvero in un secondo momento rispetto all'errore. L'obiettivo vero e proprio di un sistema giuridico moderno dovrebbe essere la prevenzione stessa, limitare al minimo il numero di errori nella fase di indagine e giudizio. Cause principaliSicuramente per prevenire bisogna comprendere in maniera lineare e precisa le cause e i motivi per cui avvengono questi errori. è opportuno prima di fare un discorso complessivo sulle effettive motivazioni della loro esistenza sottolineare che come già detto prima, non siamo macchine e può capitare di sbagliare ma l'analisi delle motivazioni e la creazione di misure preventive può aiutare a limitare tali errori solo a casi marginali e a renderli meno gravi. Bisogna comprendere quanto gli errori giudiziari possano fare male al sistema "giustizia" e allo stesso modo quanto possano essere privativi per un essere umano. Analizzando con cura alcuni errori giudiziari possiamo riassumere le motivazioni degli stessi nelle seguenti:
Altrettanta attenzione bisogna porre alle testimonianze di collaboratori di giustizia/ "pentiti": gli stessi potrebbero portare gli inquirenti verso piste false per vendetta o denaro senza che lo Stato sappia.
*l'ordine utilizzato è totalmente casuale, nessuna motivazione è più importante di un'altra Dati e casistichePer quanto riguarda i dati degli ultimi 4 anni cito l'Unione delle Camere penali Italiane "Gli ultimi 4 anni rispetto alle rilevazioni di questo osservatorio effettuate fino al 2021 rivelano andamenti del tutto irregolari per alcuni distretti tipo Bolzano ove gli indennizzi erano pari a zero ad oggi € 119.652,00, Reggio Calabria dal 2021 (6 milioni circa) ha drasticamente diminuito gli indennizzi (praticamente 4 milioni), Catanzaro dal 2021 al 2024 ha praticamente raddoppiato gli indennizzi. Spiccano quindi nell'anno 2024 per valori superiori al milione di euro i seguenti distretti (in ordine di grandezza decrescente): Palermo € 4.785.080,00; Reggio Calabria € 4.543.327,00; Catanzaro € 4.274.784,00; Roma € 3.498.517,00; Milano € 1.468.538,00; Lecce € 1.049.853,00. Gli altri distretti sono inferiori. Per un totale complessivo di tutti i distretti di € 26,9 milioni di euro. Nel triennio 2022-2024 l'anno più significativo è rappresentato dal 2023 con un totale di € 27,8 milioni di indennizzi per ingiuste detenzioni nel panorama nazionale." (https://www.camerepenali.it/cat/12958/i_numeri_aggiornati_dalla_malagiustizia_.html). E' chiaro che pensare ad annate con quasi 28 milioni di euro di risarcimento debba far presagire una patologia assai grave del nostro ordinamento. Una patologia che costa ai contribuenti cifre spropositate e a persone innocenti vite spezzate. La funzione dello studio vuole arrivare proprio a questo, a fare comprendere quanto sia grave tale patologia del nostro sistema giudiziario e a quanto sia ormai arrivata a dati statistici preoccupanti, dati che in un paese democratico e libero non dovrebbero esistere. Per quanto riguarda le casistiche, faremmo presto a citare il caso Tortora, in quanto uno dei più noti casi dal punto di vista mediatico e politico ma il caso Gulotta che ha fatto subire a Giuseppe Gulotta 22 anni di ingiusta detenzione per la strage di Alcamo (TR) è sicuramente uno dei più gravi. Facendo un'analisi il più semplice possibile dei due casi possiamo notare che: Caso Gulotta
Nel 1976 ad Alcamo Marina, in provincia di Trapani, vengono uccisi due carabinieri nella loro stessa caserma. Immediatamente la pressione politica ma soprattutto mediatica ha indotto le istituzioni a trovare in brevissimo tempo un colpevole. Giuseppe Gulotta, allora diciottenne fù indotto a confessare con ore di interrogatori e maltrattamenti, il tutto senza nemmeno la difesa tecnica prevista dalla nostra costituzione. Non vi erano prove materiali effettive e la prova regina (sebbene fosse stata ritrattata immediatamente) fu la sua confessione. Condannato all'ergastolo subirà 22 anni di detenzione effettiva (Ridotta in itinere dal giudice). Nel 2008 un carabiniere confessò di aver fatto parte del gruppo di carabinieri che perpetrò quei maltrattamenti. Iniziò immediatamente il procedimento di revisione che finirà nel 2012. Vediamo qua un chiaro esempio delle cause da me illustrate nella scheda precedente: il rischio della confessione e la pressione mediatica. Risultato complessivo: ventidue anni di carcere per un innocente con altrettanti dieci agli arresti domiciliari e 6,5 milioni di euro di risarcimento riconosciuti dalla Corte di Appello di Reggio Calabria nel 2017. Caso Enzo TortoraIl famoso presentatore Enzo Tortora viene arrestato con l'accusa di associazione a delinquere/camorristica e traffico di sostanze stupefacenti. Il tutto si mosse dopo delle testimonianze e dichiarazioni di pentiti della c.d. Nuova Camorra Organizzata. Inoltre in un'agendina venne trovato il nome Tortona che agli inquirenti fece pensare a Tortora. Queste due piste, in un secondo momento rilevatesi non fondate hanno portato alla condanna a 10 anni nel 1985 per poi essere assolto "per non avere commesso il fatto" dalla corte di Appello di Napoli nel 1986, confermata dalla Corte di Cassazione nel 1987. Il risultato complessivo di questo errore è stata la distruzione della vita di Enzo Tortora che morirà un anno dopo la sentenza di assoluzione dopo un intero anno in cui vide la sua carriera distruggersi e con 13 miliardi di Lire riconosciute come risarcimento da parte dello Stato Italiano (circa 6,5 mln di euro). Umanamente questo caso ha avuto un costo incalcolabile ed ha segnato la giustizia italiana. Anche qui notiamo una delle principali causesopracitate di errore giudiziario: il rischio della testimonianza soprattutto se di pentiti o collaboratori di giustizia. Si potrebbero analizzare molti altri casi (es. Meredith Kercher o Maria Russo) nei quali invece la problematica madre è stata la contaminazione dei rilievi/la poca attendibilità delle prove scientifiche. *Ad oggi c'è stata, ad esempio, l'eclatante vicenda dell'omicidio di Chiara Poggi (delitto di Garlasco), con le indagini che sono state riaperte pochi mesi fà a causa di errori nelle prove scientifiche. Non si può non citare anche il caso Bossetti, su cui lo scrivente pubblicò un articolo qualche anno fa, nel quale da anni si discute su possibili errori tecnico-scientifici nelle analisi della prova madre(il dna di ignoto 1) e che se portasse ad una sentenza di assoluzione (attualmente il processo di revisione non è mai stato approvato ma vi sono parecchi punti fragili nella sentenza che potrebbero portare alla fine ad un procedimento di revisione) sconvolgerebbe ulteriormente l'opinione pubblica italiana sulla nostra giustizia. Rimane ad ogni modo un caso controverso che ha scatenato grossi dubbi sull'attendibilità di determinate prove scientifiche e sui metodi di conservazione delle stesse. E' stato il primo caso italiano in cui si è utilizzata come unica via accusatoria un dna misto/degradato inoltre è stato anche il primo caso in cui il DNA NUCLEARE E IL DNA MITOCONDRIALE hanno dato risultati discordanti lasciando dubbi e dibattiti scientifici sugli utilizzi in aula. Profili critici e di riformaAbbiamo detto sin dall'inizio che dei mezzi di riparazione vi sono ma rimane ben chiaro che gli stessi non sono sufficienti a tutelare i soggetti del nostro stato di diritto. In primis il processo di revisione rimane molto complesso ed è raro che venga accolto senza forti prove, spesso rimandando di anni la revisione stessa. In secundis possiamo vedere la prospettiva post-revisione: è vero che vi sarà un risarcimento ma la verità è che il risarcimento in denaro, nella maggior parte dei casi, non è sufficiente a colmare i danni psicologici, fisici e sociali che l'ingiusta detenzione ha causato. Questa avrà probabilmente distrutto la carriera del soggetto, lo avrà degradato ai margini della società e fatto perdere i maggiori sogni della propria vita, nei peggiori casi avrà anche distrutto la vita familiare e sociale del soggetto , facendo perdere i rapporti con i figli ed il/la proprio/a compagno/a. Insomma, il danno esistenziale creato, assieme allo stigma sociale e le difficoltà di reinserimento lavorativo sono risultati prodotti dall'errore giudiziario che spesso non sono riparabili in alcun modo. A questo punto ai lettori sarà chiaro che i profili di riforma siano fondamentali soprattutto da un'ottica di prevenzione piuttosto che di risoluzione del danno. Pur ritenendo che a questa domanda dovranno rispondere soprattutto gli esperti del settore con più competenza dello scrivente, di seguito si riporta una serie di profili di riforma interessanti che fanno sempre bene ad un sistema giuridico penale:
ConclusioniLa speranza è che da questo scritto sia emerso chiaramente come l'errore giudiziario sia una patologia del nostro sistema giudiziario ormai ben più diffusa di quello che si pensa. Esso rappresenta una sconfitta non solo per il singolo innocente ma per l'intera società, è la sconfitta della legge e della democrazia e qualunque soggetto che abbia a cuore il buon funzionamento del nostro sistema giuridico e per di più della nostra democrazia, dovrebbe curarsi il più possibile nel proprio piccolo di evitare qualunque via che possa condurre a tale risultato. Si tratta della patologia più complessa e dolorosa che un sistema possa avere, una patologia che rischia di distruggere la credibilità di un intera istituzione che in realtà funziona in maniera impeccabile ed in cui lavorano grandi professionisti. Studiare tale problematica, investire in programmi di innovazione e preoccuparsi di sviluppare tecniche di giudizio il più moderne possibili, significa investire nella credibilità della giustizia, nella credibilità del lavoro, significa investire nella democraticità del paese. Matteo Indemini Tardy Studente presso Dipartimento di Giurisprudenza Università degli studi di Torino |
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