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Data: 03/07/2025 23:00:00 - Autore: Michele Conia
Nei giorni scorsi, l'Ufficio del Massimario della Corte di Cassazione, con una corposa Relazione (n. 33/2025) di 129 pagine, ha segnalato alcuni elementi critici sotto il profilo costituzionale e procedurale. A titolo esemplificativo:
Per quanto attiene alla questione dei blocchi stradali o ferroviari come espressione di dissenso, protesta o forma di lotta sindacale, per la Cassazione, non sarebbero punibili se il disagio procurato è ridotto, cioè tale da non impedire completamente la circolazione dei mezzi. Anche il Protocollo siglato tra Italia e Albania per la gestione dei migranti, secondo la Corte di legittimità, sarebbe in aperto contrasto con la Costituzione italiana, il Diritto europeo e internazionale. Dubbi di costituzionalità erano stati espressi dall'Unione delle Camere Penali e dall'ANM ma anche da numerose associazioni come Antigone, Asgi (Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione), Amnesty Internationl, Arci, Caritas. Inoltre, lo scorso dicembre, anche il Commissario Europeo per i diritti umani aveva lanciato un monito ai senatori dall'astenersi dall'approvazione del ddl sicurezza. Da esperto di diritto, anche il sottoscritto ha ravvisato dubbi di costituzionalità e per questo ha aderito a una mobilitazione nazionale partecipando, lo scorso 12 maggio, al digiuno a staffetta contro il decreto Sicurezza. Intendendo unirmi, con questa forma di protesta non violenta e pacifica, agli oltre 200 giuspubblicisti, associazioni e parlamentari che hanno sollevato questioni di costituzionalità. Ora, questa bocciatura senza appello dimostra che si tratta di un provvedimento che limita gravemente lo spazio civico, criminalizza il dissenso e mette a rischio i diritti fondamentali. Michele Conìa Avvocato, sindaco di Cinquefrondi (RC) e consigliere metropolitano della città metropolitana di Reggio Calabria, delegato ai Beni Confiscati, Periferie, Politiche giovanili e Immigrazione e Politiche di pace
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