D'ora in avanti alcuni reati commessi all'interno di un condominio rischiano di restare impuniti se a presentare querela è un solo condomino. E' quanto emerge da una setenza della Corte di Cassazione che sancisce: "il condomino non e' legittimato a presentare querela per un reato commesso in danno di parti comuni dell'edificio". La decisione è della quinta Sezione penale della Corte che ha accolto il ricorso di un uomo che i giudici di merito avevano condannato a due mesi di reclusione per violazione di domicilio
. L'uomo, si legge nella sentenza 6197/2010 della Corte, si era introdotto clandestinamente nel sottoscala di un palazzo dove veniva sorpreso da uno dei condomini. Questi aveva sporto denuncia ma da solo e il Tribunale di Genova gli dava ragione condannando il responsabile per il reato di violazione di domicilio. La suprema Corte però ha ribaltato il verdetto ricordando che "l'espresione della volonta' di presentare querela per un fatto lesivo dell'interesse comune non puo' che passare attraverso lo strumento della gestione collegiale". Quindi, spiega la Corte, "per la presentazione di una valida querela da parte di un condominio in relazione ad un reato commesso in danno del patrimonio comune dello stesso presuppone uno specifico incarico conferito all'amministratore dall'assemblea condominiale".
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