Stanno partendo i primi ricorsi, grazie all'interessamento delle
associazioni dei consumatori, sugli
autovelox "imboscati", quelli cioè non segnalati e poco visibili, per il loro posizionamento defilato, lungo la E45. E se la
procura di Forlì apre un'inchiesta, sono già tanti gli automobilisti multati, che adesso chiedono giustizia. Due le procedure da seguire, secondo la situazione.
Per chi è stato multato da questi
autovelox, ma non ha ancora pagato, dovrebbe fare ricorso entro il tempo stabilito, presso il
giudice di pace, ma non solo; dovrà chiedere la sospensione del pagamento al prefetto e inviare relativa richiesta al Comune che ha elevato la sanzione. Per chi, invece, è stato multato e ha già pagato, si dovrà esperire un'azione risarcitoria; la
class action non può essere intrapresa, dicono le
associazioni dei consumatori; ciò che, invece, potrebbe essere intrapresa è la via dell'azione risarcitoria collettiva; il cittadino potrebbe rivolgersi a una delle
associazioni che stanno occupandosi del caso, e chiedere tramite loro, relativo risarcimento; sarà così iscritto in una lista dei creditori, che eventualmente sarà soddisfatta, nel caso in cui il ricorso delle
associazioni dovesse passare ed avere esito positivo. Il caso potrebbe fare da scuola, per i troppi episodi di cattiva gestione degli
autovelox, al di fuori dei limiti normativi previsti.