A distanza di circa due anni dalle note sentenze gemelle delle sezioni unite della Corte di Cassazione in tema di danno non patrimoniale (26972, 26973, 26974 e 26975 del 2008), la Suprema Corte torna ancora una volta a parlare del "Danno esistenziale". In caso di morte di un prossimo congiunto, spiega la Corte, il danno esistenziale che ne discende può essere fatto valere dai superstiti ma solo jure proprio e non come diritto ereditario. La precisazione arriva dalla terza sezione civile della Corte (ordinanza 25624/2010) che si è occupata del caso di un automobilista deceduto dopo solo 30 minuti dall'incidente. La vittima non aveva mai ripreso coscienza e per questo i supremi giudici hanno escluso la possibilità per i superstiti di ottenere (in aggiuunta al danno da loro direttamente subito) anche il ristoro del danno eventualmente spettante alla vittima e che i congiunti chiedevano fosse loro riconosciuto in via ereditaria.

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